CleaNap, dall’emergenza rifiuti al Bike Sharing. L’associazione che rende più bella Napoli
Giu 11, 2016 - Serena Mascia
CleaNap è un’associazione presente sul territorio napoletano che si occupa di sostenibilità e social innovation ed ha dato vita in questi ultimi anni a numerosi ed ambiziosi progetti fondati sui concetti basilari di partecipazione, geolocalizzazione e resilienza. Il rispetto per il bene comune e la tutela dell’ambiente è ciò che più sta a cuore ai giovani volontari di questa associazione, sperimentando soluzioni innovative alle imminenti problematiche locali.
Quando e come nasce l’associazione Cleanap? Quali sono i vostri obiettivi principali?
Cleanap nasce esattamente l’11 giugno 2011, a breve è il nostro 5 compleanno! L’iniziativa nasce in un contesto ben determinato: l’ennesima “ordinaria” emergenza rifiuti di Napoli. Un pomeriggio un gruppo di ragazzi si ritrova a fermarsi a pensare: “Come fare per riprendere possesso della nostra città? Come fare per affermare il nostro amore e la voglia di impegnarsi in prima persona, Come fare ad opporsi all’intollerabile situazione dei rifiuti di Napoli in modo simbolico, ma costruttivo?” Lanciamo un evento via Facebook: Cleanap (to clean+napoli) a piazza Bellini, in piazza siamo oltre 100 persone e da quel momento non ci siamo più fermati!
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=Cm_kP4QRjAY[/youtube]
La community Tuwi, uno dei vostri più recenti progetti, è stata lanciata in occasione del bando EdisonPulse: di cosa si tratta? Spiegateci
Il Bando EdisonPulse supporta startup innovative che abbiano a che fare con nuovi ambiti di lavoro: internet of things, sharing economy, low carbon city, tutte nell’ottica delle smart cities, le città intelligenti obiettivo da realizzare nelle grandi metropoli mondiali. Noi proponiamo una nuova idea, che si potrebbe collocare come spin off della nostra associazione: TUWI che sta per TUrn Waste Into. Una community che potrà (speriamo presto concretamente) mettere in contatto chi vuole riciclare una materia prima seconda, un rifiuto/non rifiuto, un surplus, con chi ha necessità di riutilizzarlo con creatività e innovazione. Per il momento l’idea è in fase embrionale, ma stiamo partecipando a bandi, competition e speriamo di riuscire a realizzarla in fase Beta al più presto!
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=U0D9tNLqOcY[/youtube]
Settimanalmente procedete al monitoraggio civico della manutenzione delle Mura Greche di piazza Bellini, spesso abbandonate nella sporcizia prodotta in seguito alla movida del sabato sera: come è nata quest’idea e da quanto tempo andate avanti con questo progetto? In che condizioni trovate la piazza il lunedì mattina? Avete registrato dei miglioramenti da quando avete iniziato?
Le Mura Greche sono il simbolo di come Cleanap abbia avuto inizio, quindi le abbiamo ufficiosamente adottate, da qui nasce l’esigenza del monitoraggio civico del lunedì: fino a qualche tempo fa (questo video è di gennaio 2014), la situazione era veramente pessima, da lì abbiamo scritto varie email alla soprintendenza e alla municipalità di riferimento per prendere in carico la questione. Non siamo stati gli unici ed evidentemente l’urgenza era sotto gli occhi di tutti. Dopo un po’ il Comune e la Sovrintendenza si accordano per la manutenzione dell’area archeologica affidata ad una Cooperativa di operatori: da allora noi ogni settimana, generalmente il lunedì, passiamo per vedere che le promesse e gli impegni presi con i cittadini siano mantenute, ovvero condividiamo sui nostri social in tempo reale il grado di pulizia e manutenzione di una della piazze a cui siamo più legati! La situazione è sicuramente molto migliorata, ma ci auguriamo che siano fatti degli interventi più sostanziali e definitivi per contrastare l’inciviltà e le pessime abitudini. Solo in questo modo le Mura Greche avranno dignità e si trasformeranno (già è in atto questo processo secondo noi) in un attrattiva culturale per turisti e locali, che possa innescare effetti moltiplicativi su tutta la piazza.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=vZxrODfD5oQ[/youtube]
In questi giorni è in corso il laboratorio City Lab: cos’è e come si può partecipare?
City Lab è il laboratorio per creare la città “Secondo noi”, il nome del progetto Agenzie di Cittadinanza per la II Municipalità, che abbiamo vinto in partenariato con diverse associazioni della seconda municipalità di Napoli (Un UovoMondo, Assogioca, Fondazione Massimo Leone). Il nostro ruolo consiste nella realizzazione di laboratorio interattivo e creativo, il cui obiettivo è condividere tutti i passaggi della progettazione partecipata: dall’analisi del contesto alla realizzazione di interventi territoriali, passando attraverso la condivisione di una nuova visione del quartiere, cuore antico della città.
Gli appuntamenti di Giugno si terranno presso la Fondazione Massimo Leone Onlus, via dei Ferri Vecchi, 19
– 9 Giugno, ore 18-20
– 23 Giugno, ore 18-20
– 29 Giugno, ore 18-20
Per partecipare basta inviarci un’email a progetti@cleanap.org con oggetto City Lab, contenente nominativo, età, occupazione e un recapito telefonico.
Nato dal bando MIUR “Smart Cities and Communities and Social Innovation” vinto da Cleanap nel 2012, il Bike Sharing Napoli sembra essere stato un successo, confermate? A progetto concluso ci potete fare un bilancio?
Sicuramente è stato un grande successo! A Napoli si è verificata una straordinaria anomalia: il Bike Sharing è nato dal basso, da un’associazione under 30, completamente gratuito per i cittadini e con una componente innovativa e digitale unica (all’epoca) in Italia.
La sperimentazione è stata aperta a cittadini e turisti nel gennaio 2015 ed è proseguita fino al 30 settembre 2015, data di conclusione di tutti i progetti dello stesso bando ministeriale. In questi mesi ci sono stati oltre 51.000 utilizzi, per un tempo complessivo di 12451 ore 39 minuti: per rendere l’idea, abbiamo fatto circa 3 volte il giro del mondo in bicicletta! 14614 persone ci hanno dato fiducia, si sono iscritte alla sperimentazione e la loro partecipazione (in termini di feedback, suggerimenti, criticità, risoluzione bug) è stata al di là di ogni aspettativa.
Ciò che ci rende soddisfatti è aver contribuito a trasmettere ai cittadini napoletani il concetto di ciclabilità, aver concorso a un reale cambiamento sociale e culturale che – ci auguriamo – potrà essere perpetuato tramite politiche amministrative concrete e durature, nonché iniziative volte sempre più alla sostenibilità e alla mobilità leggera.
Poco dopo la conclusione del progetto avete lanciato la campagna Save Bike Sharing sul web: cosa succede? Come mai il Bike Sharing è fermo da ottobre? Che problemi state riscontrando nel farlo ripartire?
Dal giorno di naturale chiusura del progetto sperimentale stiamo lavorando con il Comune di Napoli per garantire la continuità del progetto e trasformarlo in un vero e proprio servizio per la città.
A livello locale possiamo dirci fortunati: a fine di Ottobre 2015 la Giunta Comunale approva con delibera l’affidamento del servizio ad ANM e l’installazione di 10 ciclostazioni. Tale operazione sarebbe avvenuta in affiancamento con Cleanap.
Per partire però manca la stipula di un protocollo d’intesa tra il Comune di Napoli e il MIUR, l’ente che co-finanzia e ha promosso il bando relativo al nostro progetto “Smart Cities and Communities and Social Innovation” del 2012 per le Regioni della Convergenza PON REC.
Avete chiesto delle spiegazioni al MIUR? E che risposte avete ricevuto?
Ad oggi, giugno 2016, nonostante i ripetuti solleciti al MIUR sia da parte nostra, in quanto Soggetto Attuatore del progetto, sia da parte dell’amministrazione napoletana e in particolare dall’Assessorato alla mobilità, ancora nulla si è mosso. Abbiamo sentito forte la necessità di condividere con la città le nostre problematiche di natura burocratica e abbiamo lanciato una campagna social per dimostrare il supporto della comunità napoletani al progetto di Cleanap con #savebikesharingnapoli. Ovviamente “dall’alto” tutto ancora tace, ma continuare a parlarne significa molto per noi.
Dal 2011 siete promotori e partner italiani del movimento Let’s Do It!World promuovendo nel nostro territorio gli eventi Let’s Do It! Vesuvius nel 2013 e Let’s do it! Mediterranean, di cui gli ultimi appuntamenti si sono tenuti gli scorsi 8 e 9 maggio: com’è andata? In cosa consiste questo progetto? Avete in programma altre date?
Let’s Do it! Vesuvius è stato il primo appuntamento della rete Let’s do It!Italy, nel giugno 2013, rete che abbiamo co-fondato e a cui apparteniamo con orgoglio, che fa parte a sua volta di un network internazionale impegnato in campagne di pulizia in tutto il mondo, partendo da un movimento nato in Estonia nel 2008. All’interno dell’organizzazione, ogni nazione (quindi, per noi, la rete italiana) organizza in date definite un appuntamento di clean up in contemporanea con gli altri paesi aderenti: in particolare noi della così detta MEDI Region, ci siamo occupati dal 2014 ad oggi di realizzare questi interventi di sensibilizzazione e pulizia sulle coste e a mare. Questa edizione è stata molto soddisfacente, soprattutto in ottica metropolitana: ci sono stati interventi lungo la costa vesuviana e noi stessi ne faremo uno probabilmente all’inizio di Luglio, in concomitanza con un evento che stiamo organizzando con gli amici di Wallerelly, di cui a breve avrete sicuramente news.
Il percorso di Cleanap inizia nel 2011 in piena emergenza rifiuti: a distanza di cinque anni quanto è maturata l’associazione? Cosa è cambiato? Le motivazioni che vi spingono sono ancora le stesse?
Dopo 5 anni sono cambiate tantissime cose di contesto, ma resta uguale la necessità di impegnarsi in prima persona per contribuire a migliorare la qualità della vita nella nostra città: Napoli è bellissima, la amiamo, ha un enorme potenziale, ma a causa di troppe questioni di malagestione protratte per decenni, i servizi e le questioni basilari sono state spesso tralasciate.
La consapevolezza e partecipazione della comunità è rimasta viva?
Da 5 anni, ormai, si è innescato un processo di riscatto, che parte dal basso e che include tutti: cittadini, terzo settore, movimenti, amministrazione. Si può e si deve lavorare ancora tanto per raggiungere buoni risultati, ma esistono – a nostro parere – le premesse per lavorare partendo da concetti semplici e condivisi: partecipazione, legalità, sostenibilità sono quelli che ci stanno più a cuore – per la nostra storia associativa – ma anche interculturalità e glocalizzazione.
Sembra che i media nazionali parlino di meno della questione rifiuti o, comunque, non con la stessa insistenza, ma è realmente migliorata la situazione? Cosa è cambiato da quando avete iniziato nel 2011?
I media hanno di Napoli una visione parziale, non vogliono o forse non riescono a vedere il lato positivo (o almeno un lato positivo che non sia pizza e mandolino), non si riesce a percepire l’atmosfera viva, di lotta e di resistenza, non si parla mai delle esperienze civiche uniche che hanno avuto luogo in città. Della questione rifiuti si parla di meno perché per fortuna le emergenze sono state superate – speriamo definitivamente – a causa delle rottura di un sistema colluso tra camorra, imprenditoria e politica corrotta: oggi la situazione è nettamente differente: esiste il PAP, esiste la raccolta dell’umido, esistono esperienze di re-thinking e di riuso (degli spazi urbani, ma anche degli oggetti urbani). Noi siamo fiduciosi e ci vogliamo credere.
Prossimi eventi in programma e progetti futuri? Come deve muoversi chi è interessato a prendere parte alle vostre attività e darvi una mano?
Per partecipare basta iscriversi lasciando l’email nell’apposito format sul nostro sito www.cleanap.org, oppure basta aggiungere la pagina Facebook ai preferiti e restare in contatto con noi tramite i social: siamo ovunque, fb, twitter, instagram, telegram e chi più ne ha più ne metta!
Per gli eventi prossimi continueremo per l’estate e anche oltre con CityLab, mentre per il compleanno di Cleanap ci sarà un nostro lavoro nell’ambito del progetto Giugno Giovani 2016: proponiamo un’iniziativa che mira alla valorizzazione della creatività urbana con un esperimento di arte partecipativa e relazionale. Durante gli ultimi anni, infatti, Napoli – già naturale museo diffuso – accoglie e legittima sempre più l’arte di strada come mezzo critico d’espressione e opportunità di riqualificazione territoriale. “Before I die” è un progetto globale di arte pubblica che invita le persone a riflettere sulle proprie vite e a condividere le proprie aspirazioni in modo condiviso, appropriandosi di spazi cittadini. Il progetto prevede l’installazione di un wall realizzato con materiali eco sostenibili, nell’ansa del Teatro San Carlo, un luogo crocevia di persone, punto di aggregazione, in modo da intercettare le persone che possono interagire facilmente con l’opera. Si tratta di un progetto di riqualificazione urbana, di sviluppo e promozione dei talenti creativi, di coinvolgimento e partecipazione del cittadino verso un miglioramento dello spazio che viviamo. Dall’11 giugno troverete l’installazione in strada e… non vi resta che partecipare!