Camorra, figlio del boss in licenza premio nonostante l’ergastolo: ecco cosa accade
Giu 18, 2016 - Michele Di Matteo
Da Sassari a Bagnoli senza polizia, carabinieri o sorveglianza di sorta. L’uomo di camorra, Felice D’Ausilio, ha potuto lasciare il carcere sardo nel quale era rinchiuso come un normale turista in vacanza, eccetto il fatto che difficilmente un turista ha da scontare un ergastolo per omicidio di stampo mafioso. Infatti, la storia del figliol prodigo rinsavito stavolta non ha avuto il finale che tutti – o almeno il direttore della prigione – si sarebbero attesi. Già, perché il figlio del boss (proprio) di Bagnoli nella sua cella non ha più fatto ritorno, facendo perdere di sé ogni minima traccia.
Per poterla lasciare ed ottenere la tanto agognata licenza premio D’Ausilio non aveva dovuto sostenere nemmeno una prova molto difficile. Era bastato semplicemente rispettare gli accordi presi per la prima licenza ottenuta, quando ancora si trovava nel carcere di Tempio Pausania: l’aveva lasciato per una giornata al fine di far visita ad una parente malata. Allora, tuttavia, l’ergastolano napoletano era stato accompagnato da alcuni agenti, che lo avevano riportato senza problemi in gattabuia.
Proprio la buona condotta tenuta in quell’occasione gli è valsa così la seconda uscita autorizzata. Non solo, perché Felice D’Ausilio ha potuto viaggiare e muoversi totalmente libero da qualunque tipo di sorveglianza, nonostante le forze dell’ordine sapessero che stavolta la meta dell’uomo di camorra era il suo territorio di controllo. Un controllo che probabilmente il carcere non ha mai eliminato del tutto, dato che – stando a quanto accaduto – la visita ad un’altra parente malata si è rivelata una semplice e banalissima scusa.
Un controllo che sicuramente il figlio del boss di Bagnoli continuerà ad esercitare, ora che ha potuto far ritorno nella sua “area di competenza”, sebbene gli inquirenti e gli investigatori terranno particolarmente d’occhio i movimenti del quartiere napoletano, nel tentativo di riconsegnare alla giustizia l’evasore.