A Napoli è arrivata la portaerei americana. Si canta Pino Daniele


Nelle acque al largo di Napoli è giunta la portaerei classe Nimitz USS Dwight D. Eisenhower (CVN-69), che nei giorni scorsi è entrata nel Mar Mediterraneo. A comunicare dell’arrivo della portaerei è stato il Comando delle Operazioni della Sesta Flotta degli Stati Uniti.

Il vettore è schierato a sostegno degli interessi nazionali degli Stati Uniti in Europa. La presenza di due Gruppi da Battaglia nel Mediterraneo dimostra l’impegno per la sicurezza nella regione. Queste forze sosterranno gli alleati ed i partner europei, scoraggiando potenziali minacce, hanno fatto sapere dagli Stati Uniti. La USS Dwight D. Eisenhower trasporta i nove squadroni del Carrier Air Wing 3 e del Destroyer Squadron 26. Il Gruppo da Battaglia è formato da un sottomarino d’attacco classe Los Angeles, dagli incrociatori classe Ticonderoga, USS San Jacinto ed USS Monterey e dalle cacciatorpediniere classe Arleigh Burke, USSMason, USS Nitze, USS Stout e USS Roosevelt.

Andrà a rilevare la USS Harry Truman che però risulta ancora in attività dallo scorso dicembre nella campagna militare contro lo Stato islamico. Gli Stati Uniti hanno quindi nel Mediterraneo due portaerei. La Marina USA ha adottato un nuovo piano di deployment per i dieci vettori nucleari in servizio che mira alla riduzione del tempo trascorso in mare per ogni singolo dispiegamento. Lo “Strike Group Ike” è operativo con carburante a bassa consumo energetico: una miscela di petrolio e grasso di manzo.

La nave è stata varata nel 1975 ed è alta quasi 75 metri, per un peso totale di più di 96 mila tonnellate ed un ponte di volo lungo 333 metri, largo 77.

Nei giorni scorsi a bordo della portaerei è stato ospitato un ricevimento al quale erano presenti tra le autorità, Jesse Wilson, comandante del “Carrier Strike Group 10” il capo quindi della portaerei e delle sette navi militari che solitamente l’accompagnano durante la navigazione, il sottosegretario per l’Energia Joseph Bryan, il capitano Paul Spedero, l’ammiraglio italiano Donato Marzano ed il console generale americano a Napoli Colombia Barrosse.

Alte uniformi e abiti da sera hanno dato un tocco diverso all’imbarcazione militare che dal portellone laterale che solitamente viene utilizzato per sollevare i jet fino al ponte di volo, ha mostrato una vista unica su Napoli all’imbrunire, con un panorama unico da San Martino al Vesuvio.

Come riporta Repubblica.it, il contrammiraglio Wilson ha dichiarato: “E’ fantastico essere qui, siamo in un luogo splendido e pieno di storia e (aggiunge, scherzando, ndr), in un uno dei ristoranti stellati più celebrati al mondo”. Wilson ha inoltre dichiarato che sono qui per celebrare la grande amicizia tra i nostri due Paesi. Dopo i due inni nazionali, il comandante rivolge il suo saluto all’ammiraglio Michelle Howard, tra gli ospiti prima donna al comando della comandante del Jfc Naples, della Marina Usa in Europa e in Africa.

I presenti hanno potuto fare una passeggiata all’interno della nave, dal ponte di volo, si ha una vista a 360 gradi sulla baia partenopea: Ischia, Procida, Capo Miseno e Posillipo, si contrappongono al Vesuvio, la Penisola sorrentina e Punta Campanella. Al centro, esattamente di fronte alla scogliera di via Caracciolo, c’è la sagoma di Capri.

Gli ufficiali hanno poi proseguito il tour dei ponti: “Abbiamo molti spazi comuni, tra mensa e palestre – dice Orlando, ufficiale di bordo – Ma non vedo l’ora di sbarcare domani: è la mia terza volta a Napoli e adoro la città e la sua gente. Per l’occasione faremo un tour anche verso Pompei e Roma”.

La serata è proseguita fino alle 22, accanto al buffet suonano Andrew, Everett, Mercer, Omar e Samuel, un quintetto della “Naval Forces Euro Band”: il loro programma incide qualche pezzo jazz e alcuni classici di accompagnamento al ricevimento: “Siamo di stanza a Capodichino – dice Andrew – la Naval Forces Euro Band è composta da 44 musicisti, suddivisi in nove gruppi, suoniamo un po’ di tutto”. Dal jazz al rock, passando per il country e per le canzoni classiche napoletane: “Spesso ci chiedono “‘O Sole mio”, “Torna a “Surriento” e i brani del grande Pino Daniele, che ormai conoscono anche in Texas, la mia terra d’origine”.


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