Si trasforma sempre più in un parco degli orrori l’ormai celebre Parco Verde di Caivano, comune in provincia di Napoli. Dopo il decesso di Fortuna Loffredo, avvenuto il 24 giugno di due anni fa, infatti, in queste ore è venuto a galla un nuovo sorprendente particolare circa il decesso di un altro bambino residente nella stessa struttura edilizia, Antonio Giglio, dell’età di 3 anni.
Stesso comune, stesso area residenziale, ma quel che più sorprende, stessi protagonisti. Già, perché se le tre figlie di Marianna Fabozzi hanno più volte accusato il convivente della madre di essere l’assassino della sfortunata ragazzina di soli 6 anni, ora – come rivela l’edizione odierna de IlMattino.it – è la stessa donna a vedere il suo nome tra gli indagati per la morte di Antonio Giglio, suo figlio.
Quest’ultimo è deceduto la sera del 27 aprile 2013 dopo essere precipitato dal settimo piano dello stesso Parco Verde di Caivano. Per la precisione, secondo gli inquirenti, Marianna Fabozzi si trovava nell’abitazione della madre, da dove avrebbe lanciato di proposito il proprio figlioletto nel vuoto, comportandone così la sua tragica ed inspiegabile morte.
Così adesso sono in due a doversi difendere dalle accuse di omicidio all’interno del Parco Verde, ma soprattutto tra la stessa coppia di conviventi che vi abita, che sembrerebbe unita dall’essersi resa artefice di azioni spregevoli e abiette, tanto più perché rivolte contro persone indifese e aspetto ancora più grave nel secondo caso, contro un proprio figlio.
Nessuno ancora, tuttavia, può definire Raimondo Caputo e Marianna Fabozzi colpevoli, ma se le accuse mosse contro di loro dovessero essere confermate, andrebbero certamente incontro ad una pena esemplare, almeno così sarebbe lecito attendersi.