La salute è la prima cosa, ma di certo il valore dell’onestà non è da meno. Questo quanto deve aver pensato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, mentre rispondeva punto per punto ad un’intervista concessa alla rete televisiva Lira Tv, durante la quale l’ex sindaco della città di Salerno ha affrontato il tema della malasanità campana e in particolare – a suo dire – napoletana.
“Prima o poi qualcuno finirà in galera. Spero più prima che poi, perché ci sono persone che ancora continuano a rubare” ha esordito senza peli sulla lingua De Luca. Sotto accusa nella specifico i budget per le prestazioni mediche assolutamente insufficienti a coprire l’arco temporale per il quale sono stati stanziati, che dal suo insediamento, tra l’altro, è passato da un anno solare ad un periodo trimestrale. La colpa di questo disagio, però, non sarebbe nei pochi fondi a disposizione ma nella slealtà e illegalità di medici e dirigenti che gonfiano i loro rimborsi e che prescrivono analisi e visite in misura palesemente maggiore rispetto alla norma.
Non fa giri di parole De Luca, ma per sostenere questa sua tesi presenta un esempio concreto: “Nell’Asl Napoli 3 un medico ha fatto più di 200 prescrizioni allo stesso laboratorio, per un valore di 800 euro l’una, visto che si tratta per giunta delle indagini più costose esistenti, quelle genetiche“.
In mezzo a tanto frodare, tuttavia, il governatore vede anche il bicchiere mezzo pieno, parlando di episodi che ormai sembrano essere stati debellati nel resto della Campania, perpetrandosi, invece, nel capoluogo della regione: “Nel resto del territorio da me amministrato le cose sono ampiamente migliorate e i fenomeni speculativi molto diminuiti, mentre a Napoli questo miglioramento ancora non c’è stato, specie nell’Asl Napoli 1“.
Più che una resa o una rassegnazione, però, questa amara analisi nasconde un progetto volto a individuare e punire chi non esercita nel modo appropriato la propria professione: “Abbiamo chiesto a tutti i dirigenti di presentare, Asl per Asl, specifici piani di adeguamento ai Lea, i livelli essenziali di assistenza, su cui siamo ultimi in Italia -ha chiosato Vincenzo De Luca-. Parliamo dei tempi di attesa per gli interventi chirurgici al femore o per tumori e altre patologie, se e come vengono effettuate le vaccinazioni ai bambini, e ancora qual è la risposta delle strutture rispetto alle mammografie e ad altri esami. Entro la prossima settimana dovranno indicare i motivi precisi per cui non vengono rispettati i tempi di un intervento o perché non viene eseguito un esame. Una volta indicate le difficoltà, poi si dovrà intervenire per fornire le soluzioni”.