I rifiuti hanno sempre fruttato molto denaro alla camorra, ma stavolta in maniera del tutto diversa da quanto è sempre avvenuto. A Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, il capo dei lavoratori di una ditta che si occupa della raccolta della spazzatura – vicino al famigerato clan dei casalesi – e un esponente politico della zona vedevano i propri stipendi gonfiarsi di mese in mese grazie agli scioperi che minacciavano di organizzare tra il resto dei dipendenti della “Di Nardi Holding s.p.a.”.
A raddoppiare o anche triplicare le loro buste paga gli stessi vertici dell’azienda, impotenti di fronte alle azioni vessatorie da parte di Tommaso Del Gaudio, detto “Masino” e appartenente ai Bellagiò (famiglia vicina ai casalesi), e di Raffaele Guerriero, 34enne neoeletto consigliere comunale di Marcianise nella lista del PD (proclamazione non ancora avvenuta). Guadagnavano anche fino a 6000 euro al mese, almeno il doppio rispetto alle loro spettanze. Soldi buoni per “tenere a bada” gli altri dipendenti della ditta incaricata della raccolta dei rifiuti nel casertano, che proprio per il mancato ricevimento di alcuni stipendi ad aprile avevano scioperato per davvero.
Proprio questo episodio ha fatto scattare le indagini da parte della Compagnia dei carabinieri di Santa Maria Capua Vetere e della Direzione Distrettuale Antimafia, che ieri hanno così potuto effettuare gli arresti dei due criminali. All’epoca lo stop di 24 ore di cui si erano resi protagonisti i lavoratori comportò per la società una multa di alcune decine di migliaia di euro – come svelato dall’edizione odierna di Repubblica.it – inflittale dallo stesso Comune casertano.
Un’altra sanzione amministrativa avrebbe causato grossi problemi alle casse societarie e questo Del Gaudio e Guerriero lo sapevano bene, tanto da rendere tale minaccia il pretesto per poter ricattare la famiglia Di Nardi ed estorcere loro denaro non dovuto. Ora i due arrestati, però, dovranno rispondere dell’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.