“Gomorra”, l’ormai virale serie TV prodotta da SKY ed ispirata all’opera di Roberto Saviano, ha attirato su di sè polemiche di ogni tipo, la maggior parte delle quali particolarmente condivisibili. Una delle maggiori accuse alla produzione milionaria è, senza ombra di dubbio, quella di suscitare nel pubblico un malato desiderio di emulazione. Fintanto che le avventure criminali della famiglia camorristica dei Savastano vengono guardate da un pubblico maturo e cosciente il problema non si pone: non è ne la prima, ne l’ultima produzione nella quale gli “eroi” sono criminali.
Tuttavia l’impatto mediatico che ha portato Gomorra a diventare un fenomeno “virale” ha attirato un pubblico sempre più vasto e, spesso, troppo influenzabile. Le citazioni dei boss della serie vengono utilizzate in qualunque contesto, per scherzo, certo…peccato, però, che anche alcuni boss veri abbiano iniziato ad usare e compiacersi delle frasi delle controparti televisive. Peccato anche che alcuni ragazzini napoletani, fraintendendo sicuramente il messaggio della produzione, abbiano iniziato a delinquere per emulare questi nuovi eroi e chissà quanti altri si sono uniti alle schiere della malavita per tentare l’ascesa di Genny Savastano.
I produttori si sono sempre discolpati da questi fenomeni emulativi, eppure, il marketing che gira intorno alla serie sembra andare in direzione opposta. Ultima invenzione a tema Gomorra è un discutibile gioco di carte ispirato alla serie, “Gomorraland”, e nel quale bisogna vestire i panni di un boss della Camorra ed eliminare gli avversari, sfuggendo alle forze dell’ordine. Come si legge nella presentazione sul sito di Cards&Co., casa produttrice del gioco: “Per arrivare alla vittoria, il boss di turno dovrà muovere con cautela i propri infidi sottoposti, mandando quelli giusti a svolgere loschi lavoretti o usando le loro abilità contro i nemici. Uno dei fattori essenziali del gioco sta nelle alleanze! Essere dichiarato nemico di tutti gli altri clan equivale quasi certamente a morte sicura!”
La casa produttrice ha anche annunciato che le intenzioni del suo lavoro sono quelle di ridicolizzare i boss con ironia e prese in giro, sdrammatizzando la realtà. Tralasciando che, nei fatti, questa ironia potrebbe essere anche non recepita dai giocatori e trasformata in semplice immedesimazione, resta il cattivo gusto nella scelta. La nostra terra è ancora martoriata e svilita dalle guerre fra clan, ci sono ancora morti ammazzati nelle nostre strade quasi ogni settimana, senza contare i tanti giovani che distruggono la loro vita con le droghe comprate nelle piazze di spaccio gestite dalla malavita. Creare un gioco sfruttando la morte, sfruttando la violenza e il degrado che devastano i napoletani e trasformandoli in “intrattenimento” è un’offesa vera e propria al nostro orgoglio ed al nostro dolore.
Viene da chiedersi anche quanti ragazzini, dopo aver provato il gioco, vorranno passare ad una fase di immedesimazione avanzata e, al posto di estrarre una carta, estrarranno una pistola.