Squali e balene nel nostro mare. Gli esperti: “Ecco cosa sta succedendo e i pericoli per l’uomo”
Lug 22, 2016 - Claudia Ausilio
L’avvistamento dei tre squali nelle acque di Mondragone e poi della balena spiaggiatasi al largo di Castel Volturno ha fatto molto scalpore e destato non poche preoccupazioni ai bagnanti.
Ma perché questi esemplari marini sono sempre più presenti nei nostri mari? La risposta arriva dagli esperti.
Secondo gli scienziati la presenza di cetacei di grosse dimensioni nel litorale domitio-flegreo rientra nel cosiddetto fenomeno della migrazione Lessepsiana, già nota dal 1869. Il fenomeno prende il nome dal progettista del canale di Suez, Ferdinand Lesseps. Infatti dopo l’apertura del canale, che ha unito il mar Rosso con il mar Mediterraneo, è iniziata la migrazione di diverse specie sia animali che vegetali, dovuta anche ad un cambiamento del nostro clima, che ha tropicalizzato le nostre acque.
La scelta dell’apertura del canale ha portato dei vantaggi economici per quelle aree geografiche, ma il mare va rispettato. E secondo gli esperti ci sono anche altre specie animali come il pesce palla che possono rappresentare un potenziale pericolo per l’uomo. Inoltre la migrazione Lessepsiana ha portato all’aumento di un grado centigrado della temperatura superficiale del mar Mediterraneo, che favorisce l’adattamento di specie animali e vegetali di origine tropicale, a discapito di quelle autoctone.
Invece la presenza di balenottere comuni lungo le nostre coste è sempre più frequente, infatti si registrano circa mille esemplari di questa specie che a dispetto del nome è la terza classificata per grandezza.