Schiaffo alle vittime dell’Andria-Corato: sottratti 75 milioni per la sicurezza sui treni
Lug 25, 2016 - Michele Di Matteo
Dopo il danno la beffa. L’incidente ferroviario verificatosi sulla tratta a binario unico Andria-Corato, infatti, sembra non aver insegnato nulla al Governo italiano in termini di prevenzione dei rischi legati alla sicurezza dei trasporti. Giovedì scorso il premier Matteo Renzi, con la 47esima votazione di fiducia chiesta durante il suo mandato alla Camera dei Deputati, ha ottenuto che ben 75 milioni di euro destinati proprio alla spesa per la sicurezza ferroviaria siano stornati verso altre necessità legate comunque al settore dei treni.
“Decreto omnibus” lo hanno definito i deputati del Movimento 5 Stelle Emanuele Scagliusi e Giuseppe L’Abbate, i primi a denunciare – tramite le pagine de Il Quotidiano di Bari – “un minestrone indigeribile che, partito con la finalità di sistemare alcune emergenze, si è arricchito via via di regali, mancette e marchette. Un decreto che punta a mettere delle toppe senza risolvere i problemi complessivi e che conferma la logica del pareggio di bilancio che tanto ha gravato sugli Enti locali negli ultimi anni“.
Uno smacco, dunque, verso tutte le vittime e i parenti dell’incidente ferroviario avvenuto sulla tratta Andria-Corato, ma anche nei confronti di tutte le stazioni che ancora possono contare soltanto su un unico binario, con tutti i rischi annessi e connessi. Per questo motivo, gli stessi grillini hanno deciso di manifestare immediatamente contro la decisione del Governo Renzi: una protesta è, infatti, andata in scena nella piazza di Montecitorio, sede della Camera dei Deputati.
La stessa ha visto tra le decisioni contestate anche quella che permetterà ai Comuni che presentano un piano di riequilibrio di bilancio di di fare ulteriori modifiche in corso anche quando vi sono debiti fuori bilancio o disavanzi risultanti dal rendiconto approvato. E ciò in barba alla Corte dei conti che non avrebbe consentito, e quindi condannato, eventuali interventi ed incrementi di spese su previsioni errate, già accertate.