L’obesità è una malattia che colpisce non solo gli adulti, ma anche i più giovani. Per contrastarla, oltre all’educazione alimentare in famiglia, c’è bisogno di una maggiore cultura del cibo anche nelle scuole, dove i ragazzi passano la maggior parte delle loro giornate. Alla base di questo concetto molto semplice, tre parlamentari del Pd (Massimo Fiorio, Luigi Dallai e Umberto D’Ottavio) hanno presentato una proposta di legge per cambiare i distributori automatici di cibo nelle scuole. Si legge dal testo della proposta: via “alimenti e bevande contenenti un elevato apporto di acidi grassi saturi, acidi grassi trans, zuccheri semplici aggiunti, sodio, nitriti e nitrati utilizzati come additivi, dolcificanti, teina, caffeina, taurina“.
Al loro posto, tanta frutta e verdura, oltre a latte, yogurt e biscotti integrali. Una proposta, come detto, volta a combattere l’obesità giovanile. Secondo i dati diffusi dal ministero della Salute, Iss e Miur, il sovrappeso in Italia è molto più diffuso che negli altri Paesi europei, con percentuali del 25%, anche per quelle fasce molo giovani che vanno dagli 8 ai 10 anni. Una proposta di legge non priva di ostacoli, perché bisognerà però tener conto anche degli interessi di chi “lavora nella distribuzione – spiega Dallai – L’esclusione (dei cibi grassi, ndr) non è mai una cosa positiva. L’obiettivo è che i ragazzi arrivino a scegliere liberamente i cibi per loro migliori. La prospettiva è di ridurre in maniera significativa la possibilità di procurarsi questi cibi, che non sono i più adatti“.