Il business della camorra non conosce confini. Ovunque, infatti, si estendono le mani della criminalità organizzata, anche in attività apparentemente innocue. Parliamo dei venditori di cocco, che durante l’estate percorrono per migliaia di chilometri le spiagge italiane. Turni massacranti di 12 ore al giorno, svolti sotto il cocente sole estivo. Il Mattino, per la firma di Giuseppe Crimaldi, fornisce una disamina precisa su questa attività.
Un business milionario, che si estende dalla Sardegna a tutta Italia. Alla fine dell’estate, chi gestisce questo racket, può guadagnare dagli 800 mila al milione di euro. Proprio in Sardegna, i clan locali hanno messo su un’attività illegale che dura da oltre 10 anni. Il territorio è stato diviso in 4 settori, in ognuno dei quali lavora un’organizzazione criminale. Tra la più redditizia c’è quella compresa dai due versanti della provincia di Olbia-Tempio. Qui c’è una “paranza” gestita direttamente da uomini considerati vicini al clan Contini. Ai dipendenti viene offerto vitto e alloggio, oltre al 40% dei ricavi giornalieri.
Questa attività illegale, come detto, si estende anche in altre parti d’Italia, compresa Napoli. I venditori di cocco sono tenuti a rispettare due regole fondamentali. La prima: mai parlare e rispondere a domande indiscrete. La seconda: se viene intercettato un intruso, bisogna avvertire ‘O mast, il quale manderà due scagnozzi per far andare via il concorrente. Ruolo chiave viene giocato anche dalle donne della famiglia, mimetizzate tra le spiagge, per vigilare sul corretto lavoro svolto dai venditori.