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Video. Ecco il baby boss intervistato da Santoro: “Il Kalashnikov è come Belen”

Quando ho il kalashnikov tra le mani è come se avessi Belen tra le braccia“. Questa la confessione terrificante di un ragazzo minorenne di nome Mariano, uno che la luce del sole la può vedere solo dietro le sbarre del carcere minorile di Airola, ma che ha fatto accendere su di sé quella artificiale delle telecamere. E’ andato a intervistarlo Michele Santoro in persona, il giornalista e conduttore Rai che proprio l’altro ieri ha presentato al 73° Festival di Venezia il docufilm “Robinù”, sulla vita dei ragazzi delle paranze, che già tanto successo ha ottenuto dalla critica e che sarà nei cinema italiani a metà ottobre.

Mariano delle paranze non era un semplice membro, ma un vero e proprio boss, appartenente a un clan di Ponticelli, dove vari mesi fa è avvenuta una delle più celebri manifestazioni di potere delle nuove leve della camorra, la stesa. Gli amici del Rione Conocal lo conoscono come “faccia janka”, ecco invece come lo descrive – in una nota riportata da TeleclubItalia.itCiro Auricchio, segretario campano dell’Ussp (Unione Sindacati Polizia Penitenziaria): “Mariano, il baby killer della camorra intervistato nel docufilm di Michele Santoro presentato a Venezia, è anche uno dei protagonisti della rivolta del carcere di Airola. Il cosiddetto ‘giovane detenuto’ in questione appartenente a un clan di Ponticelli, esalta nel trailer pubblicato il suo stato criminale, manifestando disprezzo verso le istituzioni e forze dell’ordine. Dalle sue dichiarazioni trapela l’assenza di qualsiasi ravvedimento rispetto ai crimini commessi. Questi soggetti vanificano i processi di riabilitazione degli altri minorenni ospitati nelle strutture penali minorili”.

Una descrizione senz’altro negativa del ragazzo che, però – a guardare il video e ad ascoltare le sue parole – non sembra lontana dalla realtà.