Un biglietto è costato la vita a 23 persone, la sua mancanza potrebbe costare il risarcimento economico ai loro parenti. L’ultima beffa di quel maledetto 12 luglio scorso, quando sulla tratta ferroviaria Andria-Corato si verificò uno spaventoso scontro fra due treni che viaggiavano in direzioni opposte su un unico binario, arriva dalle pratiche legali avviate dai familiari delle vittime per ottenere il risarcimento del danno subito, per quanto incalcolabile possa essere. Per averlo, infatti, costoro dovranno essere in grado di presentare il titolo di viaggio utilizzato dai loro genitori, figli, amici e fidanzati in quell’infausta mattina estiva.
A comunicarlo agli stessi parenti dei 23 passeggeri che non riuscirono a sopravvivere al violentissimo impatto, la Spada, società incaricata dalla Ferrotramviaria – proprietaria dei treni – di occuparsi degli sviluppi assicurativi dell’incidente Andria-Corato. Ebbene, la stessa, nel rispondere a coloro i quali avevano fatto richiesta del risarcimento, ha inviato loro una lettera nella quale si indicano le procedure da seguire. Tra questa anche una richiesta che sta suscitando grande clamore tra l’opinione pubblica e grande indignazione tra le persone che hanno vissuto quei tragici eventi: per ottenere il risarcimento bisogna, tra le varie documentazioni, mostrare anche il biglietto con cui le vittime avevano acquisito il diritto ad usufruire delle prestazioni dei treni.
Il motivo di tanta perizia starebbe, però, nella ferma volontà di evitare sciacallaggi e truffe a danno della Ferrotramviaria: “Si vocifera – dice Giuseppe Castellano, che in quell’incidente ha perso il padre – che nei giorni successivi all’incidente alcune persone che non erano sul treno siano andate in ospedale per farsi refertare ferite procurate durante l’incidente ferroviario. Una forma di sciacallaggio che spiegherebbe la motivazione della richiesta, se non squallida, certamente cinica, relativa al titolo di viaggio“.
Inoltre – come si legge sull’edizione odierna del portale LaRepubblica.it – la stessa società ferroviaria imputata di aver causato l’incidente Andria-Corato, ha subito fatto sapere che “la presentazione del titolo di viaggio non è considerata come ‘conditio sine qua non’ per accedere al risarcimento. Il criterio che ci guida nel nostro operato – prosegue la società – è un altro: dobbiamo tutelare chi era sui convogli ferroviari evitando possibili abusi; quindi la mancanza del biglietto è ovviamente superata dalla presentazione di altri elementi che comprovino la presenza del reclamante sui detti convogli al momento dell’evento (certificati di ricovero, primo soccorso sul posto, assistenza medica: tutti peraltro richiesti con la stessa nostra comunicazione)”.