Nel momento in cui si verificano tragedie come quella del terremoto che ha colpito il Centro Italia, oltre al cordoglio e alla disperazione, subentra la rabbia nei confronti di chi preferisce fare humor nero. E’ il caso di Charlie Hebdo che, a pochi giorni dal terremoto, pubblicò delle vignette in cui si faceva beffe degli italiani rimasti uccisi dal sisma. C’è chi ha difeso il giornale, che da sempre fa questo genere di satira politicamente scorretta e volutamente sopra le righe. Ma c’è anche chi non ha apprezzato affatto le vignette proposte dal giornale satirico, al punto che si è arrivati alla battaglia per vie legali.
Proprio ieri, infatti, vi avevamo informato circa la querela lanciata dal sindaco di Amatrice nei confronti del periodico francese. La risposta di Charlie Hebdo non si è fatta attendere troppo. Ha parlato, infatti, il direttore del giornale, Laurent Sourisseau (detto Riss) a France Inter, rispondendo così alle critiche ricevute: “La morte è sempre un tabù, bisogna trasgredirlo“. In riferimento alle vignette, invece, Riss spiega che sono “per noi un disegno di humor nero, come ne abbiamo fatti in passato, non ha niente di straordinario“. Anche dopo gli attentati in Belgio ci furono polemiche per le vignette di Charlie – spiega il direttore – ma “nessun italiano ha protestato”. “C’è un clamore completamente sproporzionato sui social“, chiosa Ross, che definisce i social network come “un ospedale psichiatrico a cielo aperto“.