La notizia del suicidio di Tiziana Cantone ha sollevato, in questi giorni, un polverone mediatico. Fra chi ancora continua ad infangare il nome della ragazza e chi sfrutta la triste vicenda per ottenere visibilità sul web, c’è anche qualcuno che, in maniera più obiettiva, prova a tirare le somme ed analizzare la realtà dei fatti. La conclusione della storia di Tiziana, come quelle di tanti altri ragazzi vittime del cyberbullismo, è dipesa principalmente da una mancata tutela giuridica.
Il tanto discusso “diritto all’oblio”, il diritto a chiedere la rimozione dal web e dalla stampa di immagini od informazioni che ledono l’immagine e violano la privacy dell’interessato, è riconosciuto dalla legge, ma, di fatto, non è applicabile per tutti. Tiziana Cantone, pur ottenendo il riconoscimento di tale diritto, avrebbe dovuto versare una somma di circa 20.000 euro per risarcimento danni ai vari motori di ricerca nel caso avesse effettivamente cancellato i video che la riguardavano.
È chiaro, quindi, che solo chi ha disponibilità economica può ambire al desiderato oblio ed in questi tempi, dove il web può condannare e rovinare una vita per una semplice foto, sarebbe necessaria una tutela effettiva ed accessibile a tutti, specialmente ai più giovani. È questa necessità che ha indotto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ad istituire un fondo per le “vittime del web”.
In sostanza, il procedimento funzionerà in questo modo: la Regione Campania subentrerà come parte civile in appoggio alle vittime di questi processi e, al sopraggiungere di queste spese accessorie, provvederà con il denaro raccolto nel fondo. Un’iniziativa che, se attuata effettivamente, potrebbe salvare la vita di tanti giovani e creare un precedente esemplare per la giurisprudenza italiana.