Non c’è pace per Napoli. Nel dubbio o nella certezza, se ne parla sempre e comunque male. La città partenopea è condannata a stereotipi e pregiudizi ormai saturi e approssimativi, che il più delle volte non rispecchiano la realtà e sfociano in ignoranza ingiustificata. Ignoranza proprio come esige il termine nella sua accezione primordiale: non conoscere, non sapere. Perché è semplice mostrare disinteresse verso una città che è stata etichettata in un certo modo e la cui catalogazione può pur sempre tornare utile.
In che modo? Per esempio con dei titoli di giornale che fanno presa facile sull’italiano medio. Ieri, la classifica del Sole 24 Ore ha stabilito che Napoli figura solo in 30esima posizione tra le città italiane con più alto tasso di crimini. Davanti ci sono città come Rimini, Milano, Bologna, Torino e Roma. Oggi, piuttosto che lasciare (per una volta!) Napoli lontana dai soliti riflettori negativi, qualcuno ha puntato sul luogo comune trito e ritrito, utilizzando il capoluogo campano come termine di paragone per designare la gravità della situazione in alcune città che fino a poco tempo fa si tenevano ben alla larga da tali misfatti.
Ecco quindi che La Nazione analizza i dati allarmanti di Arezzo così: “più furti in casa che a Napoli”; La Provincia di Como invece così: “furti nelle case, Como peggio che a Napoli”; e Ciaocomo.it sulla stessa linea: “furti in casa, Lario peggio che Napoli e Roma”.
Più o meno in coro, in questi articoli si discute sul come sia possibile che nelle città della camorra e della mafia si compiano meno crimini che in altre. Secondo La Nazione, nelle ‘capitali’ della malavita, la criminalità organizzata tiene sotto controllo il territorio ed evita che vengano commessi reati minori. Secondo Ciaocomo.it, a Napoli non si denuncia quanto al Nord (si parla di Como, in questo caso).
Due tesi che di base potrebbero anche avere qualche margine di verità, ma che certamente non hanno prove, né fondamenti sufficienti per poter essere assurte, ancora una volta, a giudizio di condanna per Napoli e le città del Sud.
Anche in presenza di un dato finalmente positivo per Napoli, in Italia si formulano ancora teorie pretestuose che continuano a ledere l’immagine della nostra bistrattata città. Il processo di affossamento continua ed è diventato quasi meccanico e inconsapevole: quando si smetterà di vedere sempre e solo la stessa faccia della medaglia?