Un altro punto a favore della fuga dei cervelli dall’Italia è stato scritto. Pavia il set prescelto questa volta, anche se la storia della protagonista, una calabrese di 39 anni, non ha proprio nulla a che fare con l’invenzione cinematografica. La realtà – assurda più che mai – ancora una volta è riuscita a superare la fantasia e ad umiliare, purtroppo, i sacrifici di una persona che mirava semplicemente ad ottenere un suo sacrosanto diritto, un lavoro, specie se assolutamente meritato. Oggi, però, una preparazione lodevole sembra essere diventato più un demerito che un merito, almeno in Italia.
Prova ne sia il concorso indetto da un’azienda socio-sanitaria del comune lombardo, in cui l’unico vincitore è risultato essere proprio la donna calabrese. Peccato che ben presto la prova sia stata considerata nulla. Nessun broglio o scopiazzata generale, però. L’unica sua colpa è stata l’aver dimostrato di avere qualità e preparazione troppo al di sopra della media, e allora tanto vale punirla piuttosto che premiarla, per il trionfo del mal comune mezzo gaudio.
La commissione e i quadri dirigenziali dell’azienda, infatti, visti i deludenti risultati ottenuti dai 60 partecipanti al concorso svoltosi in primavera, hanno ritenuto le domande troppo difficili e di conseguenza hanno annullato la selezione, rinviata a data da destinarsi. La figura ricercata era quella di un coadiutore amministrativo di categoria B, l’unica rimediata invece è stata senz’altra una magra figura.
Non ha perso le speranze, però, la donna, che si è subito rivolta ad un legale, richiedendo l’immediata assunzione e il pagamento degli stipendi arretrati che le sarebbero spettati dalla presa in servizio (a tempo indeterminato). La stessa, inoltre – secondo quanto riportato dal portale www.wecalabria.it – avrebbe anche rifiutato di incontrare il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, al quale si era così espressa sui social network sulla questione: “Approfondirò notizia sul concorso annullato per domande difficili. Se vero, sarebbe grave e contro principio di merito“.