In un’intervista a Leggo il sismologo Giampaolo Giuliani che nel 2009, inascoltato, aveva previsto il terremoto de L’Aquila. Ha parlato dell’importanza delle ore che seguono una forte scossa di terremoto. Le prossime 48 ore saranno le più delicate. Potrebbe arrivare un’altra scossa, anche più forte d’intensità ha spiegato il sismologo nell’intervista rilasciata ieri. Rispetto al terremoto del 2009 questa volta è andata in modo diverso perchè il terremoto di ieri mattina, infatti, era stato previsto.
Giampaolo Giuliani, classe 1947, è stato tecnico di ricerca in astrofisica presso l’Osservatorio di Campo Imperatore, per l’Istituto Astrofisica di Frascati, ha lavorato all’Osservatorio astronomico di Campo Imperatore e nei laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Infn, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Ha collaborato con l’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario di Torino e ha portato avanti uno studio dei terremoti basato sul rilevamento e l’analisi dei Radon, per riuscire a quantificare l’energia presente all’interno di una faglia. Proprio in merito al suo studio sui Radon nelle faglie, in occasione del terremoto de L’Aquila entrò in contrasto con molti studiosi ritenendo di aver previsto la scossa del 6 aprile 2009 in anticipo.
Il professore Giuliani, infatti, dalla scorsa settimana fa appelli ai cittadini per evitare che qualcuno resti in abitazioni a rischio. “Era prevedibile il terremoto di questa mattina – spiega il sismologo – sono giorni che mi rivolgo alla cittadinanza: mi sono arrivate anche 500 telefonate al giorno. Meglio così: abbiamo evitato tanti morti. Ho ricevuto telefonate giorno e notte di chi, nella paura, cercava di capire. A tanti ho detto: non dormite in edifici danneggiati. Ed oggi sono felice di sapere che non ci sono stati morti”.
Inoltre Giuliani ha spiegato perché importanti le ore successive “Dobbiamo aspettare le prossime 24-48 ore, per capire. Potrebbe infatti verificarsi la scossa principale, fino a 7.5 gradi. Oppure potremmo registrare il decrescere di intensità con scosse intorno ai 6 gradi e poi via via a scemare”. Sul fatto che il picco potrebbe essere di 7.5 gradi e non di più il sismologo dice: “Le faglie del centro Italia hanno una lunghezza massima di 25 km e non possono rilasciare un’energia superiore a 7.5 gradi. In Giappone ad esempio, dove le scosse sono ben più forti, le faglie sono lunghe anche 100km”.
Il professore poi parla del legame con il terremoto di Amatrice, “Quell’energia, pari a 6 gradi di intensità, stava scemando con circa 18-20mila scosse in due mesi. Evidentemente ha influenzato e svegliato un’altra faglia che sembrava sopita. Scatenando nuova energia. Anche in questo caso dovremmo aspettare due-tre mesi per recuperare l’energia rilasciata questa mattina. Sperando che poi non ne parta una nuova serie. Purtroppo è tutto già visto”. “Si sta ripetendo quanto accaduto nel lontano 1703: in quell’anno il terremoto iniziò a L’Aquila e fece 6mila morti in un anno. La serie terminò due anni dopo, nel 1705, distruggendo Sulmona”, ha concluso.