A Napoli la qualità della vita è peggiorata rispetto ad un anno fa. A riverlarlo è la classifica stilata dal giornale ItaliaOggi unitamente all’Università La Sapienza di Roma che dipinge un quadro complessivamente nero per il nostro Paese, in particolar modo per il Mezzogiorno d’Italia.
Il rapporto che giunge alla sua 18esima edizione ha considerato 110 province italiane con 9 fattori preponderanti (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita) ai quali si aggiungono 21 sottodimensioni e 84 indicatori di base.
La città dove c’è maggior benessere è Mantova che scalza dopo 5 anni Trento. La cartina costruita dal rapporto evidenzia il buono stato di salute del Nord Est dove le condizioni di vita sono buone mentre singhiozzano le grandi metropoli tra cui anche Milano e Roma. La capitale scivola di ben 19 posizioni rispetto al 2015.
Il dramma vede come protagonista il Sud con Napoli che perde ben 5 posizioni e scende dal 103esimo posto al 108esimo. Risulta evidente che la questione meridionale trovi in questo rapporto la certificazione di un nodo mai sciolto dalla politica italiana con le regioni del Mezzogiorno a rincorrere il Nord in mancanza di fondi e in continua lotta con la criminalità organizzata. Osservando la cartina, il colpo d’occhio suggerisce che se l’Italia vorrà risollevarsi economicamente e puntare a diventare uno stato forte e più ricco dovrà necessariamente partire dal Sud e non considerarlo una palla al piede ovvero una colonia interna. Solo nel Nord Est della Sardegna e in parte dell’Abruzzo si vive in condizioni accettabili, nel resto del Meridione si oscilla tra l’insufficienza e lo scarso.
Un’analisi sulle ragioni del pessimo stato di salute del nostro Paese è rilevato nello studio da Alessandro Polli del Dipartimento di scienze sociali ed economiche della Sapienza di Roma: <<Nelle decisioni politiche è rilevante il brevissimo periodo, mentre per migliorare la qualità della vita dei cittadini è necessario formulare un piano coerente nel lungo periodo, che richiede necessariamente una “visione” del futuro>>.
Non si può escludere che tale graduatoria sia esente da errori o scarti altri fattori ugualmente importanti per la vita di una persona, ma sarebbe imprudente non prendere atto di una condizione di poco benessere di Napoli e del Sud fotografata con dei parametri necessari ed insispensabili per la vita di una società.
Non può bastare il mare, il sole, la pizza e la passeggiata immersi tra la folla dei turisti. Al Sud servono politiche di sviluppo, di lotta costante alle mafie, di assistenzialismo per le fasce più deboli che proseguono a vivere di stenti con un numero di poveri sempre più in aumento. Non siamo d’accordo con Saviano che descrive Napoli come una città senza speranza in uno scenario apocalittico ma non siamo tra quelli che tanto basta un panorama mozzafiato per dimenticarsi di quanto sia difficile e controverso vivere nelle attuali condizioni.