Napoli – La nascita e la controversa esistenza del corpo speciale dei “Falchi”, a Napoli, risponde ad un’esigenza ben precisa. La criminalità napoletana ha, da sempre, proliferato nel caos, protetta da vicoli troppo stretti ed affollati, approfittando di una giustizia lenta sempre più incline ad assolvere che a condannare. Come può una volante di polizia soltanto provare a passare in quei vicoli? Come può una divisa far paura in posti dove lo Stato è assente? Per questo, negli anni ’70, vennero istituiti i “Falchi”, poliziotti in borghese a bordo di moto col compito di fermare episodi di criminalità con ogni mezzo.
Per questo motivo, inizialmente, vennero definiti anche “antiscippo”, per i loro interventi improvvisi e particolarmente efficaci. Non si trattava più di semplici agenti venuti da fuori, per questo compito venivano scelti ragazzi del luogo, vicini alle meccaniche criminali e, quindi, veloci a comprenderle ed altamente stimolati a combatterle e fermarli: la giustizia iniziò a parlare la lingua della criminalità. Non ci volle molto prima che i Falchi iniziarono a combattere a viso aperto la criminalità organizzata con arresti e scontri veri e propri che trasformarono alcuni agenti in leggende popolari.
Il più famoso è, sicuramente, Antonio Ferrara, conosciuto da tutta la città come “Hulk”. Il nome del forzuto eroe della Marvel non è un caso: si racconta, infatti, che avesse una forza sovrumana. Due sono gli episodi per cui è ricordato come una leggenda. Il primo fu l’arresto del noto boss di Forcella Luigi Giuliano. A quei tempi, la zona era “chiusa”: nessun poliziotto poteva entrare, ma per Hulk non era un problema.
Come racconta A. Compagnone, entrò con la sua motocicletta ed andò a bussare direttamente alla porta di Giuliano. Appena il boss aprì, l’agente gli puntò la pistola in bocca, gli mise le manette e se lo portò. Ovviamente, dopo un simile gesto Hulk si trovò davanti, appena uscito, tutti gli uomini del clan al completo con le pistole puntate e pronti a difendere il loro capo. La carneficina venne evitata proprio dal boss che fermò i suoi uomini dicendo: “Guagliù acalate ‘e ppistole, ccà chisto è cchiù pazzo ‘e nuje” riferendosi al poliziotto.
Un altro episodio, tramandato di bocca in bocca quasi come una leggenda popolare, si riferisce ad un altro arresto, questa volta al quartiere di Forcella. In seguito all’arrivo degli agenti le persone del posto si riversarono in strada per accerchiarli ed impedire l’operazione: comportamento che, ancora oggi, è una spina nel fianco per le forze dell’ordine. Ancora una volta Hulk non si fece intimidire, sollevò di viva forza una lavatrice e la scagliò in mezzo alla gente. La folla, terrorizzata da tale dimostrazione, lasciò andare sia gli agenti che l’arrestato.