L’allarme è scattato alcuni giorni fa: tre caseifici della Campania sequestrati a causa dell’adulterazione delle mozzarelle di bufala con l’utilizzo di soda caustica. La notizia ha fatto il giro della regione (e non solo) producendo rabbia e sconcerto. La Procura della Repubblica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha emesso un comunicato in cui ha chiarito la vicenda, fornendo anche i nomi dei caseifici coinvolti.
Nella nota firmata dal procuratore della Repubblica, Maria Antonietta Troncone, si spiega che i caseifici:
1) avrebbero commercializzato mozzarella di bufala con marchio Dop contraffatto, perché prodotta con l’aggiunta di latte vaccino e che quest’ultimo, molte volte, risultava inacidito a causa del lungo tempo trascorso tra il momento della mungitura e la lavorazione finale;
2) avrebbero adulterato il latte usato per la produzione con l’aggiunta di soda caustica, mascherando il processo di invecchiamento ed acidificazione;
3) avrebbero commercializzato prodotti caseari realizzati con il latte così adulterato;
4) avrebbero immesso nel processo di produzione dei latticini, anche latte proveniente da allevamenti non indenni da Tbc (tubercolosi) senza l’avvenuta adozione delle cautele imposte dal protocollo sanitario.
Nello specifico, “gli amministratori della CASEARIA SORRENTINO srl di S.Maria La Carità (NA) (CROCE Vincenzo e CROCE Antonio) nella primavera/estate del 2015 erano soliti adulterare il latte che compravano – [omissis] – con soda caustica per poi rivenderlo, così adulterato, al caseificio BELLOPEDE & GOLINO srl di Marcianise (gestito da BELLOPEDE Salvatore e BELLOPEDE Luca) e al CASEIFICIO SAN MAURIZIO srl di Frattaminore (NA) (gestito da FALCONIERO Gennaro), che, pur consapevoli dell’adulterazione, utilizzavano tale latte negli ordinari processi produttivi”.
È stato inoltre accertato che “nel mese di giugno 2015 (dal 12 al 21 del mese), gli allevatori di latte vaccino e bufalino di San Polito Sannitico (CE) CRISPINO Marcellino, CRISPINO Cannine, CRISPINO Cecilia e ALTIERI Anna, titolari di altrettante ditte individuali, vendevano latte crudo proveniente dai loro allevamenti risultati non indenni da tubercolosi bovina”.
È emerso, si legge ancora nel comunicato, “che il caseificio BELLOPEDE & GOLINO srl di Marcianise, socio storico del consorzio a tutela del marchio D.O.P. della mozzarella di bufala campana ed uno dei maggiori produttori nazionali, produceva la mozzarella che vendeva con la certificazione di origine protetta utilizzando anche latte vaccino in violazione all’art.3 del disciplinare di produzione approvato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che prevede che la mozzarella di bufala campana certificata sia prodotta esclusivamente con latte di bufala intero fresco proveniente da allevamenti presenti sul territorio di riferimento”.
Un quadro che appare sconcertante, caratterizzato dalla sistematica violazione di norme che tutelano l’autenticità dei prodotti ma soprattutto la salute pubblica.
In virtù di quanto scoperto, è stato eseguito il sequestro preventivo delle quote societarie e dell’intero patrimonio aziendale:
– del CASEIFICIO BELLOPEDE & COLINO S.r.l. di Marcianise (CE), storico produttore, distributore e commerciante di mozzarella di bufala campana, nonché socio del consorzio per la tutela del marchio Dop;
– del CASEIFICIO SAN MAURIZIO S.r.l. (ora in fallimento) con sede legale in Frattaminore (NA) e sede amministrativa in Orta di Atella (CE), anch’esso produttore lattiero-caseario;
– della CASEARIA SORRENTINO S.r.l. di Santa Maria La Carità (NA), fornitore di latte dei caseifìci di cui sopra, per un valore complessivo dei beni cautelati stimabile in oltre 10 milioni di euro.