Carlo Verdone inaugura la seconda edizione di “I maestri alla Reggia”, rassegna dedicata al cinema, promossa dall’università Luigi Vanvitelli, Cineventi e la rivista Ciak: un ciclo di incontro con gli studenti alla Cappella Palatina all’interno della Reggia per parlare di film, arte e cultura.
Il regista e attore romano, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, ha parlato del suo rapporto con Napoli, dell’amicizia con Massimo Troisi e del film premio Oscar con il regista napoletano Paolo Sorrentino.
Verdone a Repubblica ricorda il nonno, originario di Pozzuoli. “Napoli mi ricorda le mie radici familiari. Mio padre era convinto che i Verdone, tipico cognome meridionale, fossero originari della periferia partenopea. Una volta provò invano a cercare la casa d’infanzia di mio nonno Oreste, un chimico morto durante la prima guerra mondiale sul monte San Gabriele, in Slovenia. Attraverso alcune ricerche, dopo aver trovato una serie di lettere in una cassetta di legno, ho scoperto di recente che mio nonno era di Pozzuoli“.
Poi il regista di Borotalco osanna i talenti napoletani. “Ricordo un giovane Sal da Vinci al mio fianco in Troppo forte, La grande bellezza di Paolo Sorrentino, con cui mi piacerebbe collaborare di nuovo. Per la scena iniziale di Sono pazzo di Iris Blond, inoltre, ho trasformato un vicolo di Tivoli in uno scorcio di Napoli. C’erano non poche difficoltà nel portare la troupe all’ombra del Vesuvio per un solo giorno di riprese”.
Verdone si commuove parlando di Massimo Troisi. “Un talento puro, fuori dal comune. Purtroppo lo abbiamo perso molto presto. L’amicizia tra me e Massimo è durata nel tempo perché nessuno dei due ha mai chiesto all’altro di fare un film insieme”.
Infine un pronostico su Roma-Napoli del 4 marzo. “Difficile rispondere – dice Verdone al quotidiano La Repubblica – Gli azzurri sono in splendida forma, mostrano una bella armonia nel gioco. Da tifoso giallorosso, però, posso solo dire vinca il migliore”.