Durante un collegamento con Rovigo, nel bel mezzo della discussione sulla situazione dei furbetti a Napoli e non solo, è apparsa in sovrimpressione questa scritta: “Perché i furbi stanno sempre al Sud?”. Ora, non solo prima della domanda c’è già una constatazione (quel “sempre” non lascia spazio ad interpretazioni), ma l’interrogativo è anche assolutamente fuori luogo, ancora una volta discriminante e soprattutto sbagliato.
Bisogna sottolineare, inoltre, che nessuna delle persone in collegamento da Rovigo ha pronunciato quella domanda, che è stata arbitrariamente virgolettata dallo staff della trasmissione televisiva. Dalla città veneta, anzi, è anche spuntata ad un certo punto una bandiera del Regno delle Due Sicilie, a dimostrazione del fatto che non vi era alcuna ostilità verso il Mezzogiorno. L’atteggiamento del programma, dunque, sembra alimentare una contrapposizione tra Nord e Sud che non era emersa tra le parti intervenute.
E non lo diciamo per fare i paladini del Sud, ma per difendere la verità, perché la coerenza deve essere alla base di qualsivoglia discorso, soprattutto se fatto in prima serata davanti a milioni di persone. Quindi, ad onor di cronaca, vi riportiamo gli ultimi tre casi di assenteismo registrati nel Nord Italia:
– Gorizia, pochi giorni fa: due odontoiatri sono stati sospesi perché si allontavano dall’ospedale durante il loro turno di lavoro per recarsi presso ristoranti, negozi o addirittura presso studi privati per visitare pazienti paganti;
– Sanremo, estate 2016: a Linkiesta, il gabinetto del sindaco della città dove si svolge il tradizionale Festival rivela di aver eseguito 32 licenziamenti, 98 sospensioni, 18 sanzioni, 17 rimproveri scritti e 26 archiviazioni per assenteismo;
– Belluno, luglio 2016: 12 indagati nei Servizi Forestali con l’accusa di truffa. In orario di lavoro tornavano a casa, si recavano al bar o uscivano a fare commissioni.
Sono solo tre gli esempi, e sono i più recenti, ma basta fare qualche ricerca sul web per rendersi conto di come il fenomeno dei “furbetti” non abbia un’appartenenza geografica ma riguardi tutta la penisola, da Nord a Sud.
E sarebbe il caso, una volta per tutte, di smetterla con queste discriminazioni territoriali che impediscono anche una corretta analisi dei problemi. L’origine dei mali non è il Sud e non è al Sud. È l’Italia tutta ad essere marcia.
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