Ce la misero tutta a convincerci che era tutto frutto del caso, dell’imprevedibilità del gioco del calcio e della dea Fortuna che aveva deciso di proteggere una sola squadra.
Poi iniziarono a circolare strane voci intorno agli arbitri italiani. Considerati i più preparati, i migliori al mondo per intenderci, gli uomini in nero tornavano dalle trasferte europee ricoperti di alloro e gloria. Eppure roventi furono le critiche che subirono costoro in Serie A, soprattutto da metà degli anni ’90. L’era del campionato più bello del mondo volgeva al termine. Ad avvicendarsi sul tetto d’Italia non c’erano più le belle sorprese degli anni ’80 come Roma, Sampdoria Verona e Napoli. In quegli anni a venire a spartirsi gli Scudetti furono le tre sorelle del nord: Milan, Inter e Juventus.
Dal 1995 al 2005 a far man bassa dei trofei nazionali furono i bianconeri, che se ne aggiudicarono ben 5 sui 10 disponibili. Uno strapotere assoluto quello della Juve. Lo squadrone del Milan europeo, artefice di ben 5 finali e 3 vittorie della Champions League, riuscì a malapena a vincere 3 tricolori. Gli ultimi 2 Scudetti andarono a Roma, uno sponda giallorossa e l’altro ai biancocelesti. E l’Inter di Moratti, del fenomeno Ronaldo e dei grandi investimenti? Nessuno, colpa della sudditanza psicologica!
Eh sì, in quegli anni la stampa aveva coniato un nuovo modo di dire, qualcosa di indefinito, tra scienza e pura fantasia, con il fine ultimo di salvaguardare la classe arbitrale dai continui errori, o orrori, commessi. E tutti ce ne convincemmo.
Ma cosa era la sudditanza psicologica?
Ce lo spiegò il presidente dell’Inter Massimo Moratti, alla fine dell’accesissimo match Juventus-Inter del 26 aprile 1998. Da sottolineare anche le dichiarazioni che rilasciò Ronaldo ai microfoni Rai:
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=6D_IpK-DqDk[/youtube]
La stampa, o gran parte di essa, discolpò gli arbitri italiani dalla malafede. Gli innumerevoli errori che favorirono la Juventus per anni furono giustificati, con una quasi piena assoluzione, nel nome della sudditanza psicologica, che induceva gli arbitri a sbagliare. Una sorta di riverenza per la “più forte”.
La sudditanza psicologica, dunque, assunse un ruolo fondamentale nello status quo. Salvi furono la fede passionale delle italiche tifoserie e gli enormi interessi economici intorno al pallone tricolore.
Dopo qualche anno l’incantesimo si interruppe con lo scoppio del bubbone di Calciopoli del 2004. La Cupola uscì alla luce del sole e quegli arbitri che soffrivano di sudditanza psicologica, nella realtà venivano chiusi negli spogliatoi..
Interessante ricordare la ricostruzione dell’arbitro Danilo Nucini:
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=wO97UQ-Wr9M&t[/youtube]
Ed arriviamo ai giorni nostri. La Cupola è stata prima scoperta e poi debellata. Il calcio nostrano finalmente è salvo e gli arbitri sono liberi da angherie e sudditanze varie.
Iniziamo una nuova storia, proprio ricordando le partite degli azzurri. Vi ricordate la prima partita Napoli-Juventus in Serie A? La vinsero i partenopei per ben 3-1, con due rigori concessi dall’arbitro Mauro Bergonzi. Un putiferio!
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=PF_fRnZF0SI[/youtube]
Il primo rigore su Lavezzi fu concesso erroneamente, il secondo su Zalayeta c’era tutto, ma si presunse la simulazione dell’uruguagio. L’attaccante del Napoli fu prima squalificato per due turni dalla prova tv e poi salvato da una seconda prova televisiva, dalla quale veniva evindenziata l’azione fallosa degli juventini.
Sta di fatto che Bergonzi, a seguito di quella partita, fu sospeso per circa 2 mesi e arbitrò la Juventus dopo quasi 2 anni!
A memoria nessuno potrà mai dire di ricordarsi di un provvedimento disciplinare simile subito da un arbitro che avesse commesso errori a favore della Juventus. E di errori arbitrali la Juve ne ha goduto e tanto. Come in Juventus Napoli 3-1, semifinale Coppa Italia del 28 febbraio 2017.
Il match si può riassumere con un’unica azione: fallo di rigore di Pjanic su Albiol non fischiato e successivamente penalty concesso per presunto fallo di Reina su Cuadrado. Le immagini poi chiariranno che il fallo sullo spagnolo del Napoli c’era, quello sullo juventino no. In molti collegheranno questa partita con quella maledetta Juventus-Inter del 1998.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=Hw4yEqB1x-Q[/youtube]
Nuova sudditanza psicologica? La Cupola 2.0? Semplice casualità?
Errare è umano e per questo motivo continueremo a credere alla buona fede della classe arbitrale italiana. Perseverare è invece diabolico. Basterebbe quindi copiare ciò che accade negli altri sport, singoli o di squadra, in cui una telecamera ed un operatore sgombrano ogni dubbio e polemica. E se davvero il presidente De Laurentiis vorrà fortemente proporre la moviola in campo, farà bene a chiederla a gran voce, fino a far schierare in campo la Primavera azzurra per la sfida di ritorno della semifinale di Coppa Italia contro la Juventus, così come sussurrano alcuni rumors.