È decisamente un buon risultato, forse superiore alle attese più ottimistiche, quello relativo ai dati sulla balneabilità del litorale casertano forniti per il 2017. I Numeri consultabili sulla Mappa Interattiva che ha pubblicato l’Arpac sul suo sito lasciano spazio a poche interpretazioni: il litorale casertano non solo è balneabile nella stragrande maggioranza dei casi e non solo: la classificazione delle sue acque è eccellente in quasi tutte le rilevazioni (più di 40) e in solo 4 punti le rilevazioni hanno riscontrato una non balneazione o il consiglio alla non balneazione (Pineta Grande Sud, Villaggio Agricolo a Castel Volturno; Sud Fiume Garigliano e Nord macchine vecchie a Sessa Aurunca)
Un dato che premia, una volta tanto, le politiche che sono state poste in essere nel cercare di rilanciare a 360° questa porzione di costa ( supera appena i 30km) che fino a pochi anni fa era usata come termine di paragone negativo per le politiche ambientali in ragione di una serie di scelleratezze, poste in essere con il silezio-assenso delle istituzioni, che avevano completamente deturpato un tratto di costa celebrato fin dall’antichità per la bellezza delle acque e dei paesaggi e fino agli anni 80′ rinomato per la sua biodiversità e per le sue pinete. Nel corso degli anni invece i dati relativi alla rilevazione della salubrità delle acque sono progressivamente aumentati, fino a raggiungere nel corso del 2017, risultati insperati anni addietro. A fronte di questi dati positivi c’è, purtroppo, da fare i conti con i pregiudizi di tanti potenziali turisti e delle tante diffidenze maturate nel corso degli anni nei confronti nel litorale casertano, e domizio in particolare.
Indubbiamente il percorso per il rilancio di questo tratto di costa è ancora lungo ma un primo passo è stato fatto e adesso bisogna perseverare in questa direzione, i tempi sono maturi, le istituzioni e le (tante) realtà ricettive che si stanno facendo conoscere ed apprezzare lasciano intravedere una flebille speranza affinchè si possa tornare ai fasti di una volta, creando uno sbocco lavorativo per i tanti, troppi, giovani che stanno abbandonando questo territorio da troppo tempo dimenticato da tutti