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Film napoletano al Festival di Cannes: storia di una donna che salva bimbi dalla camorra

Un film napoletano in concorso al Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, in programma dal 18 al 28 maggio e altri due film italiani in gara. Saranno tre i registi italiani a rappresentare il paese a Cannes: Leonardo Di Costanzo, regista di Ischia con “L’intrusa”, Roberto De Paolis con “Cuori puri” e Jonas Carpignano con il film “A Ciambra”.

Protagonista de L’intrusa Giovanna, responsabile della Masseria a Napoli, un centro di volontariato dove le mamme portano i loro bimbi a giocare per salvarsi dalla camorra. Nel centro c’è anche Maria, moglie di un killer di camorra, in carcere per l’omicidio di un innocente.

Set del film “L’Intrusa” di Leonardo di Costanzo.
foto di Gianni Fiorito

Filmitalia racconta così la trama:

“Un racconto ambientato nel mondo del volontariato, tra coloro che quotidianamente si trovano a contatto diretto col disagio e con quelle fasce della società troppo frettolosamente e spesso ingenerosamente etichettate come “cattive”.
La storia è ambientata nella periferia napoletana all’interno di un centro di accoglienza. Il centro è stato aperto anni prima da una donna del Nord Italia assieme al marito poi morto. La donna continua a gestirlo con passione, negli anni, ha creato intorno a sé una comunità solidale con proprie regole e una forte identità.
Un giorno, però, in quel luogo arriva l’intrusa del titolo, cioé la moglie di un camorrista, che per motivi misteriosi decide di andare a nascondersi proprio all’interno del centro, ma che, con la sua sola presenza, è destinata a scompaginare la già difficile quotidianità.

NAPOLI, 03/2010 – PONTICELLI.
FOTO DI GIANNI FIORITO

L’Intrusa non è un film sulla camorra; è un film su chi ci convive, su chi giorno per giorno cerca di rubargli terreno, persone, consenso sociale, senza essere né giudice né poliziotto. Ma è anche una storia su quel difficile equilibrio da trovare tra paura e accoglienza tra tolleranza e fermezza. L’altro, l’estraneo al gruppo, percepito come un pericolo è, mi sembra, un tema dei tempi che viviamo”.