Ci sono molti termini ed espressioni dialettali che incuriosiscono a causa della loro singolarità, o significato particolare. Diverse sono le parole che, apparentemente, sembrano non avere più alcun senso o che sono cadute in disuso ma, in realtà, hanno un’etimologia precisa ed hanno avuto un’accezione certa.
Questo tipo di situazione ha una duplice importanza. In primis fa risultare evidente quanto stratificata e complessa sia la cultura napoletana che attinge a piene mani dal proprio passato, magnogreco prima e latino poi. In secundis la grande varietà di espressioni e termini certifica e testimonia, in modo inequivocabile, che quella napoletana non è una semplice declinazione dialettale ma una vera e propria lingua.
Il termine sul quale si vuole richiamare l’attenzione è “riscenziello”. Vocabolo molto utilizzato ai tempi dei nostri nonni che oggi pare stia precipitando nella spirale del disuso. Esso deriva da “descensus”, che significa caduta, discesa. La sua etimologia è quindi latina. Quando si parla di “riscenziello” si vuole fare rifermento alle convulsioni, probabilmente di natura epilettica, alle quali i bambini sono soggetti, spesso durante il sonno.
Questo tipo di spasmo può essere così forte da poter causare addirittura uno svenimento. Il termine medico che indica tale problematica è eclampsia infantile. È proprio nell’atto dello svenimento, che prevede la caduta del malcapitato, che è possibile capire perché vi sia collegamento tra la parola “riscenziello” e la sua etimologia latina.
In realtà il significato dell’espressione “riscenziello”, nel corso del tempo, si è arricchito di una sfumatura che in passato non possedeva. Quando oggi si ricorre a tale vocabolo si vogliono indicare, bonariamente, i capricci prolungati e spesso insensati dei bambini. Questi talmente che si dimenano durante il pianto che paiono esser preda di uno spasmo che facilmente riporta alla mente proprio l’eclampsia.
In conclusione con riscenziello oggi si possono richiamare due situazioni diverse: le convulsioni ed i capricci di un bambino. Entrambe queste cose hanno però in comune quello spasmo, sia esso patologico o indotto forzatamente.
Fonti:
– Etimologia delle parole napoletane