Il mandolino è senza ombra di dubbio il simbolo per eccellenza della musica napoletana: uno strumento antichissimo, relativamente semplice da imparare, piccolo e pratico da suonare ovunque. Per secoli le strette viuzze di Napoli hanno risuonato con le squillanti corde per serenate o dispetti, amori o sfide. Eppure, il cuore ligneo della nostra musica sta lentamente scomparendo. I musicisti son pochi, ma ancor meno sono i liutai specializzati.
L’arte di creare mandolini, di ripararli e restaurarli, l’arte di creare arte sta lentamente abbandonando la città ed il mondo intero: pochissimi sono gli artigiani che conoscono i segreti della lavorazione e pochi di questi tramanderanno ancora il “mestiere”. “La Bottega del Mandolino” in via San Giovanni Maggiore Pignatelli, 5, a pochi passi da Spaccanapoli ed dal Monastero di Santa Chiara, è uno di questi rari ‘santuari’: dal 1989 Salvatore Masiello e Michele Caiazza costruiscono mandolini al suo interno, ma fanno anche molto di più.
I due maestri artigiani lottano per diffondere l’arte del mandolino, sia sul piano musicale che su quello puramente tecnico. Nel piccolo spazio della bottega sono custoditi oltre 270 mandolini antichi, molti risalenti al ‘700, tutti riportati alla vita da questi artisti del legno e dai loro apprendisti. E’ proprio da questo incredibile tesoro che ha avuto origine tutto, come ci ha raccontato Salvatore Masiello.
“Nel 2003 presi parte ad una mostra di liuteria a Monte di Procida dove portai molti strumenti, antichi e moderni. Da allora divenne un appuntamento abituale, ma mi resi conto che sempre più gente mi chiedeva anche della musica. Così, un giorno, chiamai alcuni amici musicisti, il maestro Gianni Pignalosa ed Alfredo Imparato, storico posteggiatore, ed organizzammo una serata nel corso dell’evento: fu un successo che riproponemmo anche negli anni successivi”
“Col tempo il gruppo si è allargato e, nel 2005, pensammo di riunire tutti i musicisti in una grande passeggiata per Spaccanapoli. Col supporto di Pignalosa invitammo quante più persone possibili ed ottenemmo un risultato sbalorditivo: più di quattrocento artisti, tutti insieme, fecero risuonare il centro storico di Napoli. Dopo questa iniziativa decidemmo di creare un’associazione culturale per promuovere il mandolino e la musica napoletana ed il mio amico Angelo Vacca suggerì di chiamarla ‘Mastro Masiello Mandolino’“.
Oggi l’associazione dispone di un folto gruppo di musicisti, circa diciassette, ed organizza eventi, passeggiate musicali ed iniziative volte ad educare un’altra volta i napoletani all’amore per la musica e per il mandolino. Il cuore di tutto questo sono gli incontri organizzati ogni sabato: musicisti ed artisti di ogni tipo si esibiscono liberamente all’interno della bottega. Chiunque, residente o turista, napoletano o straniero, può entrare, scoprire le bellezze custodite dai due maestri, ascoltare la migliore musica napoletana ed aspettare il caffè immancabilmente offerto dalla casa.
“La Bottega del Mandolino”, però, pensa anche al futuro: i due artigiani hanno aperto, al suo interno, una scuola di liutai gratuita per tutti i giovani che vogliono imparare la loro antica arte. Come ci ha spiegato Michele Caiazza: “Portiamo avanti questa scuola con amore e passione. Non è solo un motivo di aggregazione, ma un vero e proprio modo di creare posti di lavoro e futuro per i ragazzi, ma anche per il mandolino. Ci sono tantissimi strumenti che marciscono in musei e collezioni perché non ci sono persone in grado di restaurarli o applicare una giusta manutenzione. Spero che i nostri liutai siano in grado, un domani, di salvarli”
Li abbiamo conosciuti questi giovani artigiani, li abbiamo visti a lavoro ed abbiamo potuto testimoniare la loro dedizione e passione: Davide Traverso, Dario Asperti Vitale, Fabio Cantone, Manuel Masiello, Mayumi Ueda e la giovanissima mascotte Mario Russo. Abbiamo Parlato con Mayumi, ragazza giapponese che ha fatto della liuteria una scelta di vita: “Sono arrivata in Italia quattro anni fa come chitarrista ed ho potuto notare come i musicisti qui abbiano enormi difficoltà. Ho deciso di diventare liutaia per aiutarli.”
“Vengo da un paese molto povero – continua Mayumi – in situazioni del genere solo l’arte e la musica possono offrire una salvezza, una visione della vita migliore. Come diceva il mio maestro ‘l’arte è l’unico modo per per salvare la società’. Ho girato tutto il mondo, ma è qui a Napoli che ho deciso di condividere e dedicarmi completamente ad aiutare gli altri. Salvatore e Michele mi hanno dato gratis, l’opportunità, il legno e la conoscenza per farlo”