Li hanno chiamati “Capelli di Venere” perché le loro colonie formano filamenti bianchi, ma in realtà parliamo di batteri che potrebbero rivelare l’origine della vita. Sono stati scoperti da alcuni ricercatori, coordinati da Roberto Danovaro, dell’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, il cui lavoro è stato descritto sulla rivista Nature Ecology and Evolution.
Si tratta di colonie di batteri formatisi in seguito all’eruzione del vulcano Tagoro, nelle Canarie. I luoghi dove potrebbe essere nata la vita sulla Terra avevano caratteristiche particolarmente estreme, come alte temperature ed esalazioni tossiche, condizioni nelle quali quasi nessuno riesce a sopravvivere. Nessuno tranne questi batteri, che si sono rivelati una vera e propria eccezione.
“L’habitat de I Capelli di Venere, potrebbe essere simile alle oasi idrotermali degli oceani primordiali, dove potrebbe essere nata la vita sulla Terra – afferma il Presidente della SZN Roberto Danovaro – Parliamo, in termini funzionali, di una specie di microorganismi dotati di una peculiare caratteristica, che permette loro di avere una grande capacità di adattamento senza precedenti, rispetto agli organismi conosciuti sin da ora”.
Da tale studio comprendiamo come in un ambiente estremo con temperature elevate, lava, poco ossigeno e sostanze tossiche come titanio e metano, i batteri abbiano potuto ricavare energia anche dai composti di zolfo e di azoto. “Utilizzando ogni risorsa disponibile e adattandosi a qualsiasi condizione, i batteri sono anche diventati la base della catena alimentare di una comunità di organismi che ha colonizzato l’area, dimostrando che un sistema biologico può rinascere anche dopo un’eruzione sottomarina”, conclude il Presidente della SZN.
Uno studio fondamentale che ci permetterà di comprendere, inoltre, come tali batteri si siano evoluti in seguito e distribuiti nel corso delle ere. Altro motivo d’orgoglio per Napoli.