Nelle ultime 48 ore non si fa che parlare della Blue Whale, il macabro gioco che ha portato diversi adolescenti al suicidio. Il servizio delle Iene ha fatto luce su un fenomeno che aveva già preso piede da tempo, ma che solo adesso viene trattato con attenzione da parte dei media nazionali. Anche nei più famosi social network, la Blue Whale è diventata l’argomento principale di discussione.
Come spesso accade su internet, non sono mancate battute e meme di cattivo gusto: il solito humor nero che tenta di banalizzare malattie come la depressione, che colpiscono anche ragazzi molto giovani, fragili ed insicuri. E spesso, i genitori di questi adolescenti finiscono per essere all’oscuro di tutto.
L’educazione all’utilizzo di internet e della tecnologia resta fondamentale, così come l’aiuto delle persone che ci vogliono bene per uscire dai momenti negativi della vita. Premessa doverosa, che non deve però sminuire questa intelligente iniziativa: Pink Whale, ovvero Balena rosa.
Di cosa si tratta? Lo scorso aprile è nata dal Brasile una pagina Facebook dal nome Baleia Rosa. Si tratta di un gioco che, esattamente come la Blue Whale, è articolato in 50 giorni. In ognuno di questi giorni, bisogna completare un determinato obiettivo. Ad esempio: “Dì a qualcuno quanto gli vuoi bene“, “Regala un sorriso a qualcuno“, “Posta su Facebook una tua foto e dì che sei bellissimo/a“.
Non esistono “curatori” o tutor. Chiunque può partecipare alla Pink Whale, senza bisogno che gli vengano impartiti ordini. Insomma, nulla a che vedere col macabro gioco nato in Russia. In questo caso, l’obiettivo della Balena rosa è quello di promuovere la felicità e la gioia di vivere. Un gioco che difficilmente potrà servire a salvare vite, va detto. Ciononostante, l’iniziativa è degna di essere apprezzata e condivisa. Un gioco social intelligente e che non fa male a nessuno, insomma. Una rarità, di questi tempi.