Pompei, inestinguibil vergogna: rubato un affresco della dea Artemide

A Pompei è avvenuto un altro fatto per cui dobbiamo vergognarci: dalla casa di Nettuno è scomparso un affresco raffigurante la dea Artemide, uno stucco che non ha valore per quanto è prezioso. La notizia ha cominciato a circolare ieri, ma la scoperta fatta da uno dei sorveglianti del sito risale a una settimana fa, dunque non si sa con esattezza la data furto che potrebbe risalire perfino a qualche mese – la domus Nettuno è chiusa, e gli addetti non sempre vanno a controllare gli ambienti chiusi.

Le modalità di furto a me fanno pensare all’opera di uno o più professionisti, e non a qualche semplice vandalo o turista a caccia di souvenir: il fatto che la strada lungo la quale si trova la domus, via Consolare, non sia coperta dal sistema di videosorveglianza indica l’attenta pianificazione del furto, mentre la tecnica di asportazione dell’affresco è così accurata che deve per forza aver agito un esperto. A questo punto credo sia ragionevole non escludere nessuna ipotesi, inclusa quella del coinvolgimento di archeologi e restauratori o aspiranti tali, forse interni al circuito stesso degli Scavi Archeologici di Pompei.

A riprova dell’abilità con cui è stata condotta l’operazione, i carabinieri per prima cosa si sono recati nei laboratori di restauro della soprintendenza, nonostante sia la domus di Nettuno che lo stesso stucco con fossero interessati da lavori di restauro. Non avendo trovato riscontri le indagini sono state avviate verso l’esterno, in special modo nel mercato nero delle opere d’arte.

Non c’è fine alla vergogna che riguarda la nostra ricchezza culturale – tra gli esempi più clamorosi i crolli di Pompei e il cemento che copre nuove aree per costruirci un centro commerciale, lo stato delle ville vesuviane con la caduta di un muro della Villa d’Elboeuf, il crollo a Cuma, il degrado del centro storico di Napoli, l’oblìo di Oplonti: il risultato dell’incompetenza, dell’inettitudine, dell’ignoranza di chi ha in mano questo Paese.

Napoletano, 365 giorni l'anno.