Napoli – Da qualche anno è iniziata la battaglia all’interno delle scuole italiane contro il cibo esterno: torte preparate in casa, merende al sacco ed altre ricette non hanno alcuna garanzia circa la provenienza degli ingredienti e la stessa composizione. Per tutelare i giovanissimi alunni, magari allergici o intolleranti a ingredienti inconsapevolmente presenti nei preparati, le scuole accettano esclusivamente cibi confezionati con composizione e date ben visibili.
Una tutela che si sta spesso scontrando con i bisogni delle famiglie. Ne è un esempio l’azione legale mossa da una madre napoletana contro la scuola d’infanzia “Vanvitelli”. La donna di 36 anni, avvocato, assistita dal collega Vecchione ha censurato la scelta dell’istituto di vietare l’introduzione di panini confezionati a casa alla mensa scolastica. Con lo slogan “panino libero” i legali hanno portato la questione avanti alla decima sezione civile del Tribunale di Napoli.
La richiesta della donna fondava sulla “libertà di scelta individuale del genitore” riguardo all’educazione alimentare dei figli. Tuttavia, oggi, con un’ordinanza il giudice adito ha rigettato la domanda della madre e bocciato, quindi, il panino. Secondo l’organo giudicante il lecito diritto vantato dalla donna si scontrava con diritti fondamentali garantiti a livello costituzionale come il diritto alla salute, all’uguaglianza e alla partecipazione in società che devono essere garantiti in un ambiente scolastico.