Filippo Facci sospeso per razzismo. Ma quando scrisse che Napoli fa schifo…
Giu 17, 2017 - Michele Di Matteo
Parafrasando un proverbiale detto, chi di penna ferisce di penna perisce. Due mesi di sospensione dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, questa infatti la pena comminata al giornalista Filippo Facci, del quotidiano Libero, per aver scritto, il 28 luglio 2016, un articolo contro l’Islam. A decretarla lo stesso Ordine lombardo, che ha considerato a sfondo razziale lo sfogo di quasi un anno fa per le sanguinarie stragi jihadiste che stavano colpendo (e purtroppo hanno poi continuato a colpire) l’Europa. Lo stesso che non si indignò nemmeno quando, invece, il provocatorio Facci scrisse “Vedi Napoli e poi puzza”, un articolo apparso anch’esso su Libero alcuni giorni dopo la famosa accusa di Giletti contro il capoluogo campano.
“Io odio l’Islam, tutti gli islam, gli islamici e la loro religione, più schifosa addirittura di tutte le altre – si legge nel pezzo incriminato -. Odio il loro odio, che è proibito odiare, le moschee squallide, la cultura aniconica e la puzza di piedi, i tappeti pulciosi e l’oro tarocco, il muezzin, i loro veli, i culi sul mio marciapiede, il loro cibo da schifo, i loro digiuni, il maiale, l’ipocrisia sull’alcol, le vergini, la loro permalosità sconosciuta alla nostra cultura, le teocrazie, il taglione, le loro povere donne, quel manualetto militare che è il Corano“.
Frasi fortissime, scritte probabilmente di pancia, eppure certamente pensate apposta per indignare. Ma se è vero che l’Islam, a dirla tutta, non è nemmeno una razza ma una religione, in realtà un’accusa di razzismo Facci l’avrebbe meritata anche per le righe avvelenate scritte contro la città partenopea: “E vale anche per quei poveretti che sono tutti indignati perché Giletti ha detto che a Napoli c’è ‘spazzatura in tutti i vicoli’ e che ‘è una città indecorosa’. Secondo il magistrato Nicola Quatrano, questi sarebbero ‘i soliti luoghi comuni’. Volevate il minimalismo? Eccolo: Napoli fa schifo, in tutta Europa non esiste una città del genere, lo pensiamo anche noi, e quello della spazzatura è un problema storico-culturale che nel tardo 2015 salta ancora agli occhi. E al naso”.
Due pesi e due misure, insomma, quelle utilizzate dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, quasi a cavalcare l’onda dell’opinione pubblica del momento: vietato (giustamente) generalizzare quanto ai musulmani, alla Jihad e al terrorismo; Napoli, invece, si infanghi pure, tanto la puzza della loro spazzatura resta nei dintorni del Vesuvio, non se la portano in giro per l’Europa come fanno gli islamici con – parole di Facci – il tanfo dei loro piedi.