Cinque anni e due mesi di reclusione. È questa la pena comminata a un uomo di San Giuseppe Vesuviano per le gravi violenze commesse ai danni della moglie. La donna, una 28enne, era stata tenuta prigioniera in casa da suo marito e costretta a subire vere e proprie torture.
Il racconto della donna è agghiacciante. Ecco alcune delle parole della donna riportate da Il Fatto Vesuviano: “L’ultima volta che sono uscita con lui era aprile per fare la spesa. Nel periodo in cui mi ha chiusa in casa l’ho raccontato a mia mamma e lei mi disse di scappare altrimenti lui mi avrebbe uccisa. Alle sette e mezza di sera mi ha chiesto di spogliarmi nuda e di confessare se avevo relazioni, io ho negato.
“Mi ha insultato, ha iniziato a picchiarmi dicendo che ero una prostituta, mi ha preso a schiaffi, pugni, calci, morsi su piede e spalla, fino a colpirmi in viso con una testata e mi ha rasato i capelli. Poi mi ha colpito con un calcio sotto la gola forse mentre ero seduta”.
Altri particolari macabri: “Mi ha legato stretto polsi e caviglie con una fascetta bianca e ha minacciato di uccidermi, ha preso un cucchiaio di plastica vicino ai fuochi della cucina e ha iniziato a sciogliermela sull’inguine dicendomi che con quelle parti io l’avevo tradito e per questo andavano bruciate.
“Mi ha versato la plastica sul ventre, obbligandomi a girare a terra, facendomela colare dietro, tra le natiche, continuando a minacciarmi di morte. Io urlavo, piangevo e chiedevo pietà. Poi si è addormentato, e io sono scappata, con i telefoni e i documenti e il Corano”.