L’incendio che ha interessato i Campi Flegrei giorni fa ha colpito anche il complesso di “Montagna Spaccata”, il quale ha restituito un nuovo tratto di mura che potrebbero rivelare nuove informazioni sulla bellissima opera di ingegneria romana.
Come si legge su Il Mattino, dalla cenere che ha ricoperto il passo romano, sono emerse nuove mura in opus reticulatum databili al I secolo a.C., come spiega il presidente portavoce del Gruppo Archeologico Campi Flegrei, Raffaella Iovine.
“Grazie a questo rinvenimento abbiamo potuto riconsiderare l’estensione della preziosa opera di ingegneria romana. Ancora, l’assenza di traffico veicolare dovuta alla temporanea chiusura del passo ha consentito di effettuare un’indagine dettagliata del monumento, in particolare è emerso che l’antica via consolare Campana, subito dopo la Montagna Spaccata, virava per un breve tratto verso sinistra, in ripida pendenza. Ciò è testimoniato da i resti di un susseguirsi di arcate funzionali alla stabilità delle pareti, oggi purtroppo perdute, che degradano man mano con un’accentuata inclinazione verso la piana di Quarto Flegreo.”
La Montagna Spaccata è un tratto di strada, di epoca repubblicana romana, che taglia la collina tra la Piana Campana e la Piana di Quarto, formando una sorta di abside naturale di 900 metri di diametro. La strada, ora chiamata “via Campana”, fu creata dai Romani per permettere di trasportare le merci, che arrivavano al porto di Puteoli, verso Roma.
Sui due lati del taglio vennero innalzate delle mura di sostegno, di cui oggi vediamo alcune sezioni. Si tratta di un’importante opera di ingegneria romana che resiste al tempo.