La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione del decreto legge sui vaccini obbligatori. Dopo la licenza avvenuta lo scorso 20 luglio dal Senato, il provvedimento è quindi legge. C’è stata una vittoria schiacciante: 296 i voti a favore, 92 i contrari e 15 gli astenuti. Come riferisce La Repubblica, stanotte vi è stata anche la conferma al governo: 305 voti a favore, 147 contrari e due astenuti.
Ecco cos’è cambiato dal decreto legge originale del governo alla conversione in legge approvata dalle due camere: le vaccinazioni obbligatorie saranno 10 e non più 12. Per iscriversi a scuola sarà necessario far vaccinare il bambino contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, Haemophilus influenzae B, pertosse, morbillo, parotite, rosolia e varicella. Sei dei 10 vaccini obbligatori saranno somministrati in formulazione esavalente – questo è un unico vaccino che viene in genere somministrato entro il primo anno di vita – (poliomielite, tetano, difterite, epatite B, Haemophilus influenzae B e pertosse).
Gli altri 4 saranno somministrati in formulazione quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia e varicella). Per questi ultimi è prevista l’obbligatorietà per 3 anni, con successiva verifica del raggiungimento della copertura di sicurezza. 4 vaccinazioni sono offerte gratuitamente dalle regioni, queste sono quelle contro meningococco B, meningococco C, pneumococco e rotavirus.
Vi saranno sanzioni che variano dai 100 ai 500 € per i genitori che non vaccineranno i loro figli. Queste saranno modulate in base alla gravità della situazione. Ci sarà la possibilità, in via del tutto sperimentale, di prenotare le vaccinazioni nelle farmacie convenzionate attraverso il Centro unificato di prenotazione (Sistema Cup).
Vi sono poi degli obblighi che riguardano gli operatori scolastici, operatori socio sanitari e operatori sanitari di presentare una autocertificazione attestante la copertura vaccinale. Quest’ultimo, ovviamente, è esteso anche ai minori stranieri non accompagnati. Infine c’è anche la possibilità del vaccino monocomponente per coloro che già hanno contratto quella determinata malattia dove è appunto assente l’antigene per la malattia infettiva per la quale sussiste l’immunizzazione.