Da “Napoletani popolo indegno e incivile” ad “Aboliamo il piagnisteo napoletano“, cambiando l’ordine (e la scelta delle parole) il risultato non cambia: Napoli bersagliata da pagine Facebook gravide di razzismo, ignoranza e stupidità. Chiusa, infatti, quella che offendeva le vittime della Terra dei Fuochi , ne è spuntata fuori subito un’altra, come funghi dopo la tempesta. A piovere, però, sono sempre e soltanto insulti gratuiti e incomprensibili verso uno dei popoli più aperti – culturalmente e caratterialmente – al mondo.
“Aboliamo il piagnisteo napoletano” ha il volto (immagine del profilo) di colui che si è eretto a strenuo difensore della napoletanità, ovvero l’avvocato Angelo Pisani, famoso per le sue battaglie in ambito sportivo (è anche il legale di Diego Armando Maradona) e civile contro chiunque offenda Napoli e il suo popolo. A partire proprio dalla richiesta di 300 milioni di euro presentata contro la pagina Facebook “Napoletani popolo indegno e incivile”, chiusa proprio nelle ultime ore.
Di contro, invece, l’immagine di copertina raffigura forse il titolo simbolo dell’avversione provata da una fetta della popolazione e dell’opinione pubblica settentrionale nei confronti del capoluogo campano. In alto, al centro della nuova, becera, pagina Facebook troneggia, infatti, l’apertura del quotidiano Libero, datata giovedì 2 marzo 2017: “Piagnisteo napoletano“. Uno pseudo approfondimento sul presunto “solito vecchio vizio” (per usare le parole della stessa testata) partenopeo e meridionale di lamentarsi senza però mai darsi da fare per cambiare le cose, trito di luoghi comuni e inesattezze.
Nonostante gli sforzi, dunque, dilaga sempre più l’ignobile arte di gettare fango contro Napoli e i suoi abitanti, presi di mira su più fronti e da più parti. Anche se stavolta la mano e la (de)mente che sta dietro la nuova pagina Facebook denigratoria potrebbe essere la stessa di quella appena chiusa: la rapidità del passaggio di consegne tra l’una e l’altra appare infatti molto sospetta.