Terremoto Ischia, l’esperto: “Vi spiego perché è stato devastante”
Ago 23, 2017 - Luca Tesone
Foto di vinzprecy
Il sisma che ha colpito l’Isola di Ischia ci ha fatto ripiombare, ancora una volta, nell’incubo terremoto. Molto è stato detto a proposito di questo evento sismico, sul quale la comunità scientifica continua a discutere. Molte anche le inesattezze, che hanno creato inutili polemiche e solito allarmismo da web impazzito.
Per questo motivo abbiamo cercato di fare luce sulla situazione, intervistando il professore Giuseppe Mastrolorenzo, primo ricercatore, vulcanologo dell’Osservatorio Vesuviano. Ecco cosa ci ha detto.
Professore può spiegarci esattamente l’origine del terremoto che ha colpito l’isola di Ischia?
“L’origine è un po’ complessa, infatti bisogna ancora comprendere le strutture che sono state interessate. In base alla localizzazione, il terremoto risulta qualche chilometro a nord di Ischia, a 5km di profondità e, come sapete, di magnitudo 4. Però, l’anomalia di questo terremoto sta nel fatto che gli effetti, il risentimento avvertito sull’isola è uguale a quello del terremoto che nel 1881 e nel 1883 colpì sempre Casamicciola”
Come mai la magnitudo è stata corretta?
“Non me ne occupo io personalmente, essendo un vulcanologo. In generale, la prima valutazione della magnitudo è fatta in automatico, e viene data subito. Successivamente, sono necessarie ulteriori verifiche, perché il valore della magnitudo è legato allo studio dettagliato dei sismogrammi”
Come mai, una magnitudo sostanzialmente bassa, ha comunque creato danni all’isola?
“Questo è forse l’aspetto più interessante. Quello che sorprende in questo caso è la magnitudo bassa che ha causato un effetto molto rilevante in superficie. Ci sono stati elevati livelli di accelerazione, responsabili dei crolli e dei danneggiamenti. E’ una situazione abbastanza comune ad Ischia. Tutto sta nella profondità limitata dell’ipocentro, cioè del punto in cui si verifica la rottura e si genera quindi il terremoto; e nelle caratteristiche del substrato dell’isola, il versante dell’Epomeo verso Casamicciola, costituito da materiali rocciosi, tufacei e di altri prodotti vulcanici. Infatti i danni sono stati maggiori nella parte alta di Casamicciola. E, soprattutto, data la bassa profondità, l’energia si è concentrata in una zona molto ristretta. Possiamo immaginare la propagazione del terremoto come un cono che, dall’ipocentro, arriva in superficie. Se il vertice del cono è molto in profondità, in superficie ci sarà un’area circolare molto estesa. Se, invece, è a bassa profondità, il raggio interessato sarà molto più ridotto. In più i materiali che costituiscono il suolo dell’isola hanno generato un effetto di amplificazione”
Il tema dell’abusivismo edilizio può essere ricollegato a questo aspetto? O i danni causati dal terremoto risentono, principalmente, della conformazione naturale dell’isola?
“Tanti fattori contribuiscono a generare danni e vittime. Innanzitutto, c’è da tenere in considerazione la presenza di insediamenti, che aumentano notevolmente il rischio sismico, che è il prodotto della pericolosità x il valore esposto x la vulnerabilità. L’edificazione aumenta sempre il rischio, perché aumenta il valore esposto, cioè l’insieme delle vite umane e dei beni materiali. Per quanto concerne la qualità degli edifici, chiaramente può influenzare la vulnerabilità, e crollare in caso di terremoto”
Che cosa si può fare per evitare altri danni in caso di futuri eventi sismici?
“E’ necessario insistere sulla prevenzione. In aree a rischio, come quella di Casamicciola, bisogna evitare nuova edilizia, che sia lecita od illecita. E, chiaramente, procedere quanto prima alla demolizione di edifici vulnerabili. Indipendentemente, quindi, dalla qualità degli edifici, l’edilizia abusiva può contribuire ad aumentare il fattore di vulnerabilità“.
Questo terremoto può essere un segnale di un risveglio del Vesuvio, o è un evento totalmente scollegato?
“Non c’è alcuna relazione con il Vesuvio, essendo questo terremoto un fatto locale. Sia che siano strutture tettoniche, esterne all’Isola d’Ischia – cosa che a mio avviso è ancora da verificare con esattezza – sia che siano le faglie che tradizionalmente hanno generato sequenze sismiche negli ultimi secoli a Casamicciola e nell’Isola d’Ischia – che sono poi le faglie dell’Epomeo – per quanto ne sappiamo, non c’è alcuna correlazione con il Vesuvio. Ciò che bisogna considerare, invece, è il rischio che a queste scosse, possano seguirne altre“.
Potrebbero verificarsi nuove scosse, anche più forti?
“E’ possibile che possano verificarsi nuovi terremoti, anche più forti, nel breve termine. Qualsiasi sollecitazione, come il terremoto appunto, in strutture particolarmente attive e critiche come quella dell’Epomeo, può indurre scosse superiori, di magnitudo oltre il valore del 5.5. Proprio per questo motivo, ho molto contestato, in tempi recenti, le trivellazioni in prossimità di faglie ancora attive. L’assurdo è che in una zona a rischio, come quella dell’Isola d’Ischia, possano essere condotte attività che aumentino il rischio sismico. Bisogna evitare il rischio indotto“.
Considerando gli eventi sismici registrati in Italia negli ultimi anni, ultimo quello nel Centro Italia, dobbiamo preoccuparci o sono un numero normale?
“Si tratta di eventi nella norma. La dinamica dell’Appennino, in termini geologici, è inalterata da centinaia di migliaia di anni. E’ una dinamica distensiva, legata in modo più o meno indiretto dalla collisione tra Africa ed Eurasia. In termini geologici, l’Italia è un paese in piena attività. Solo per caso possiamo godere, per fortuna, di qualche decennio, o addirittura secolo, di tranquillità. Ciò che è accaduto nel Centro Italia è, quindi, un fenomeno comunissimo. Così come ciò che è successo ad Ischia“.
Rispetto appunto al terremoto in Centro Italia, come mai la stessa magnitudo di 4.0 ha causato danni così ingenti a Casamicciola?
“Mentre nell’Italia Centrale, la zona ipocentrale è molto più profonda, di 10km o superiore, e quindi una magnitudo 4.0 produce un’accelerazione in superficie molto minore, nel caso di Ischia una bassa profondità produce un’alta accelerazione in superficie“.
Su quanto è stato fatto dalle istituzioni, invece, cosa può dirci?
“Da tempo denuncio la mancanza di un piano di evacuazione operativo. Basta guardare a cosa è successo ad Ischia, ed alle difficoltà incontrate da coloro che tentavano di scappare. Esattamente come per i Campi Flegrei, che potrebbero eruttare in qualsiasi momento, manca un piano di evacuazione. E tutto ciò è gravissimo. L’evento di Casamicciola ci richiama al fatto che siamo costantemente a rischio sismico e vulcanico. E nessuno può illudersi di avere la situazione sotto controllo. Anche il sistema di monitoraggio, per quanto avanzato, non ci consente di fare alcuna previsione per il futuro. Molto modestamente, bisogna accettare che terremoti come quello di Casamicciola, possono verificarsi in qualsiasi momento, ed eventuali eruzioni possono essere precedute anche solo da brevi crisi . Affrontando tutto ciò in maniera ottimistica, ci si prepara alla catastrofe. Se le autorità, informate del rischio, non operano, commettono un reato di pericolo”.