Da oggi a Torre Annunziata c’è un vuoto in più, un vuoto che riguarda la storia, il patrimonio della città e di ogni singolo cittadino. La città oplontina ha subito un torto orribile, privata di un bene preziosissimo. Si tratta di un furto, un atto ignobile e tra i più meschini fatto alla città e a chi ci abita. “Un’infamia inaudita” la descrive Vincenzo Marasco il primo a darne la notizia tramite la pagina Facebook: Discovering OPLONTIS – TORRE ANNUNZIATA. Historiae Monumentis.
Il furto è avvenuto nella Biblioteca comunale di Torre Annunziata “Ernesto Cesaro”, dove è stata razziata l’intera collezione del fondo antico comprendente l’incunabolo, le cinquecentine e le seicentine. Questo ignobile gesto rappresenta un’offesa inaccettabile fatta all’intera città. È stato rubato anche un capitello di tufo grigio ritrovato nel 1957 dall’archeologa Olga Elia presso le Mascatelle, quale testimonianza palese dell’esistenza dell’antica Oplontis. I ladri non contenti, hanno sradicato anche la targhetta didascalica.
E’ stato un atto sacrilego in quanto i ladri, che hanno agito senz’altro in totale consapevolezza, hanno violato il luogo che per antonomasia è l’anima della conservazione culturale locale. In ogni modo non vogliamo un altro “caso Girolamini”. Vogliamo che l’incoscienza di chi si è macchiato di questo reato, venga annientata quanto prima da un rinsavimento.
Torre Annunziata non merita questa violenza perché di violenza storico-culturale e sociale si tratta.
Tutto il gruppo di “Discovering OPLONTIS – TORRE ANNUNZIATA. Historiae Monumenti”, e del Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno” sono profondamente indignati per questo ennesimo “Stupro subito dalla città.