L’Ente Parco Nazionale del Vesuvio si è fatto promotore di una mappatura delle aree a rischio dissesto idrogeologico al fine di avviare degli interventi mirati alla messa in sicurezza del territorio dell’area vesuviana.
Durante la riunione del tavolo istituzionale tenutosi ieri 26 settembre 2017 e voluto dal Prefetto di Napoli, la dottoressa Carmela Pagano, si è discusso sulle possibili azioni da intraprendere dopo l’emergenza incendi che ha devastato il Parco del Vesuvio il luglio scorso.
Poche settimane fa già è stato approvato il “Grande Progetto Vesuvio” che prevede una serie di interventi ordinari e straordinari da avviare nel triennio 2018-2020. Si tratta di bonifiche e recupero delle aree interessate dal fuoco nel luglio 2017, la riqualificazione dell’intera rete sentieristica e messa in connessione di tutti i percorsi che attraversano i 13 Comuni del Parco e l’attuazione di progetti di accessibilità a basso impatto ambientale per le salite al Gran Cono del versante boschese ed ercolanese, con l’identificazione di porte di accesso che fungano da punti di informazione e formazione per i visitatori dell’area protetta.
Ieri invece si è soffermati sul tema dei rischi legati al dissesto idrogeologico. Presenti i sindaci dei tredici comuni appartenenti alla Comunità del Parco Nazionale del Vesuvio, i rappresentanti di Regione Campania, Città Metropolitana di Napoli, Forze dell’Ordine e il Presidente dell’Ente Parco Agostino Casillo.
L’incontro ha posto al centro l’aumento dei fattori di rischio sui territori dei Comuni che si estendono sul perimetro del Somma – Vesuvio.
Così ha dichiarato il presidente Agostino Casillo: “L’Ente Parco farà la propria parte, mettendo in campo risorse finanziarie immediatamente disponibili per supportare i Comuni del Parco“.
“Crediamo sia necessario elaborare nell’immediato progetti di prima messa in sicurezza delle zone critiche ma per farlo c’è bisogno della collaborazione dei Comuni affinché la nostra risposta sia efficiente e operativa da subito. In particolare, chiediamo ai sindaci di attivare i propri uffici tecnici al fine di trasmettere all’Ente Parco, nel più breve tempo possibile, progetti che saranno valutati in via prioritaria e finanziati. Ovviamente gli interventi dovranno essere all’interno dell’area parco e progettati con tecniche di ingegneria naturalistica compatibili dal punto di vista ambientale”.