Poggiomarino – Antonella, Raffaella e Maria sono tre donne che, lentamente, aiutandosi fra di loro, stanno tornando a vivere. Perché quando la persona che amavi, con cui hai voluto creare una famiglia, inizia a picchiarti, pedinarti, molestarti, costringerti a chiedere l’elemosina o a provare a darti fuoco la vita si ferma, diventando un vortice di paura e dolore. Non si conoscevano, ma tutte e tre vivevano il dramma della violenza coniugale.
Secondo quanto hanno raccontato in un’intervista a Repubblica, i loro avvocati hanno deciso di metterle in contatto fra di loro per condividere il peso, ma quel che è nato da quell’incontro ha dell’incredibile. Le donne hanno creato prima la cooperativa Viola per sostenersi a vicenda. Non si sono limitate ad aiutarsi, ma hanno trovato un modo per ribellarsi ad un mondo che le limita nella posizione di vittime: hanno aperto un bistrot a Poggiomarino, dal simbolico nome di “VIVA”.
Una semplice sala da 12 tavoli e 36 posti, una cucina in acciaio per preparare e offrire colazione, pranzo, cena. Delle farfalle ricoprono ogni angolo del locale ed in bella vista si può leggere su ogni parete il 1522, numero dell’antiviolenza. Un’altra parete è dedicata a raccogliere foto delle donne simbolo dell’emancipazione femminile. All’ingresso troneggia una frase di Seneca: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili”.
Antonella, Raffaella e Maria non hanno smesso di soffrire: le battaglie legali con gli ex non sono finite, non sono finite le violenze ed i pedinamenti, non è passata la paura. Fra le mura di quel locale, però, sanno di aver creato qualcosa, che quel dolore finirà lasciando spazio al successo, che, quando saranno libere, potranno essere esempi come le donne affisse sulla loro parete. Antonella, Raffaella e Maria sono ancora vive.