Ultimamente, uno dei temi principali di cui si sta discutendo molto è quello dei vaccini. Infatti, grazie al nuovo decreto vaccini in Italia, c’è stato l’aumento del numero di vaccinazioni obbligatorie, per i bambini e per gli adolescenti, da quattro a dieci, con l’obiettivo di contrastare il progressivo calo delle vaccinazioni.
In passato si è addirittura pensato che i vaccini potessero essere correlati all’insorgenza dell’autismo e spesso ci sono persone contrarie ad essi perché vedono qualcosa d’inutile contro determinate malattie.
Ma facciamo il punto della situazione, noi che ci vacciniamo e che vacciniamo i nostri figli ci siamo mai chiesti cosa siano realmente i vaccini?
Partiamo dall’etimologia della parola. Vaccino deriva dal latino “vaccinus” la quale traduzione nella lingua corrente è “vacca”. Per farla breve, il primo vaccino della storia infatti è stato sintetizzato a partire dalle mucche. A sintetizzarlo, fu il medico Edward Janner che durante l’epidemia del vaiolo nel lontano 1796, notò che le mucche che avevano contratto il vaiolo ed erano guarite non contraevano più la malattia. Janner fece così un esperimento, ossia provò ad iniettare del materiale prelevato da una pustola di vaiolo bovino in un bambino di otto anni. Il risultato fu che il vaiolo non si sviluppò. Nel secolo successivo Pasteur, invece, capì come per generare immunità verso un patogeno si potevano usare dei preparati microbici alterati usando il midollo spinale di conigli infettati con la rabbia e bacilli di antrace riscaldati.
La composizione dei vaccini si è via via perfezionata, ma rimane comunque un preparato che contiene proteine complesse a DNA eterologo (estranee), che provengono da microrganismi e virus. Questi sono trattati affinchè non vengono perse le proprietà antigeniche che sono quelle che permettono di attivare il sistema immunitario del soggetto a cui viene somministrato il vaccino.
In pratica quello che fa il vaccino, specifico per un determinato patogeno, una volta iniettato è di indurre la produzione degli anticorpi che sono capaci di neutralizzare il microrganismo stesso, inducono una risposta detta umorale, la quale risposta si riferisce alla produzione di anticorpi. Una volta fatto il vaccino, il nostro corpo sarà quindi immunizzato, ossia sa come fronteggiare il patogeno perché già sa quali anticorpi produrre contro di esso, così da evitare l’insorgenza della patologia. Si può quindi apprezzare l’importanza dei vaccini esistenti contro i più svariati patogeni, e come essi nel tempo abbiano portato ad una completa eradicazione di determinate malattie, tanto da dichiararle debellate come il vaiolo e quasi debellate per la poliomelite.
Eppure alcuni nonostante il successo del vaccino, sono ancora scettici per via dei presunti effetti collaterali che i vaccini potrebbero provocare ,ma di cui non si sa quasi nulla per mancanza di prove scientifiche concrete.
Ad esempio spesso si parla di correlazione tra vaccino morbillo-rosolia-parotite ed autismo, voce assolutamente smentita da studi condotti su popolazioni di bambini. Spesso le voci negative che girano sui vaccini sono gonfiate dai media per fare notizia.
Sicuramente è grazie ai vaccini se l’uomo può vivere “tranquillo” e può aspirare ad una vita più lunga, ma non solo:
Avete mai sentito parlare di “ Immunità di branco” o “Immunità di gregge”?
È il principio grazie al quale un’alta percentuale di vaccinati impedisce agli agenti infettivi di circolare e scatenare epidemie. Per spiegarla in pratica:
– Bassi livelli di persone vaccinate permettono a virus e batteri di diffondersi molto velocemente.
– Livelli medi di vaccinati rallentano la progressione delle epidemie, ma non proteggono adeguatamente i più vulnerabili.
– Quando invece si raggiunge un’alta percentuale di copertura ,(dal 90% in su), i patogeni trovano difficoltà a diffondersi perché ci sono individui protetti e quindi quella piccola percentuale non vaccinata è tutelata.
Quindi chi si vaccina, non tutela solo la propria salute, ma anche quella di soggetti che purtroppo non possono ricevere determinati vaccini perché allergici ai componenti aggiuntivi degli stessi e nel loro caso un vaccino potrebbe essere mortale.
In conclusione, i vaccini sono importanti per tutelare la salute umana, non farli esporrebbe ad un rischio enorme di contrarre una malattia grave.
In passato infatti in assenza di determinati vaccini, determinate malattie erano fortemente debilitanti ed addirittura mortali, adesso con i vaccini abbiamo le armi per combatterle e soprattutto sconfiggerle e con l’aiuto della ricerca scientifica nuovi vaccini potrebbero essere sintetizzati per sconfiggere il numero ancora alto di patogeni presenti sul nostro pianeta.
Bibliografia:
“Immunologia cellulare e molecolare” Abbas, Lichtman e Pillai, – Elsevier, VII edizione, 2012
“Immunologia” di David Male, Jonathan Brostoff, David Roth, Ivan Roitt – Elsevier, VII edizione, 2007
“Decreto legge 7 giugno 2017,n°73 e legge di conversione 31 Luglio 2017,n°119” – Ministero della salute
“Vaccini: come funziona l’immunità di gregge” di Elisabetta Intini – focus
“Nessuna correlazione tra vaccino e autismo” – Le scienze