Erano state previste da Albert Einstein ben 100 anni fa dalla sua Teoria della Relatività Generale, oggi le onde gravitazionali sono una realtà grazie alle due macchine, Virgo e Ligo che hanno per primi intercettato le increspature dello spazio e del tempo.
Proprio ieri è stato consegnato il Nobel per la fisica ai tre scienziati statunitensi Kip Thorne, Rainer Weiss e Barry Barish, che hanno fatto questa sensazionale scoperta. Nel 2015 l’interferometro Ligo ha captato le onde nel momento in cui due buchi neri si sono fusi in uno. Le due macchine, quella americana di Ligo e quella italiana di Virgo, posizionata a Pisa, hanno sempre lavorato in simbiosi e il 14 settembre di due anni fa le hanno intercettate nello stesso momento.
C’era molta speranza che il Nobel ieri fosse dato anche ad Adalberto Giazotto, padre dell’esperimento, su cui poi Ligo ha gettato le basi. Non è stato così, però si è dato comunque atto del grande lavoro degli scienziati di Virgo, che hanno contribuito molto alla riuscita della scoperta.
Il gruppo Virgo dell‘Istituto di Fisica Nucleare di Napoli, ha dato un grande contributo nella scoperta. Il gruppo napoletano, infatti, guidato dal professore Enrico Calloni, hanno per anni lavorato al corretto funzionamento della gigantesca macchina pisana.
Calloni, professore associato alla Federico II insieme con altri undici scienziati, metà dagli Usa e metà dall’Europa doveva cercare di smontare i risultati dei rilevamenti in modo da evitare che un’interferenza venisse scambiata per l’onda gravitazionale. Dunque, anche il gruppo dell’Infn di Napoli ha lasciato un segno indelebile in questa impresa corale: Fabio Garufi, attuale responsabile del gruppo Virgo di Napoli, lavora con Martina De Laurentis, Rosario De Rosa , Luciano Di Fiore, Tristano di Girolamo, Aniello Grado.
Ora i due interferometri Virgo e Ligo sono spenti. Si riaccenderanno nel 2018 e poi nel 2030.
Lo studio completo è pubblicato qui.