D’amore non si muore, ma di incidenti stradali certamente sì. A Napoli, ad esempio, ne fanno le spese 1,2 persone ogni due settimane secondo i dati rivelati da uno studio dell’Aci-Istat relativo al 2016: ciò equivale a un tasso di mortalità su strada superiore dell’11,3% rispetto alla media nazionale. In particolare a Napoli c’è un incidente stradale ogni 4 ore, con 1,4 feriti nello stesso lasso di tempo. Seconda al capoluogo campano Pozzuoli, con 199 sinistri e 314 feriti l’anno, mentre Giugliano è il comune in cui c’è il tasso di mortalità più alto: 11 morti nel 2016.
Queste – secondo Il Mattino – le 6 principali strade da evitare in assoluto, quelle sulle quali si sono verificati più incidenti e che versano anche nelle peggiori condizioni o che sono ancora ad una sola corsia:
La Doganella
Molti i sampietrini che fanno da ostacolo a vetture e ciclomotori, che devono spesso destreggiarsi tra quelli divelti e che spesso rompono anche le coppe dell’olio dei bus, provocando la fuoriuscita del materiale viscoso. E pensare che si tratta della porta di accesso dei turisti dall’aeroporto di Capodichino. Meno di due chilometri dalle piste di atterraggio. A un passo dalla prima delle grandi attrazioni visive di Napoli: piazza Carlo III, il Real Albergo dei poveri. Eppure la salita della Doganella è come una impossibile scalata.
La «268 del Vesuvio»
È definita la “strada della morte” per antonomasia, perché la statale 268 del Vesuvio è a una corsia, anche se da tempo interessata dai lavori di raddoppio della carreggiata. Il vero problema è che sostiene il traffico di comuni ad alta intensità abitativa, alcuni dei quali superano i 50mila abitanti (Pomigliano d’Arco, Scafati, Somma Vesuviana, Angri ,Sant’Anastasia, San Giuseppe Vesuviano e Boscoreale). E gli autovelox installati di recente non sembrano aver fatto diminuire il numero di sinistri.
La Circumvallazione
Talmente tanti gli incidenti e le tragedie che il Comune di Giugliano ha deciso di bloccare il senso rotatorio sul tratto che collega l’asse viario al corso Campano. L’incrocio vede intersecarsi 4 strade e quotidianamente è scenario di scontri e in qualche caso anche di morte. Inoltre, l’asse viario – che parte da Casoria e termina a Lago Patria – purtroppo è spesso buio e la segnaletica non è sufficiente. Anche in questo caso le diverse intersezioni, a ridosso delle rotatorie, provocano tragici impatti.
Via Coroglio, Napoli
Nessuna strada laterale, scarsa illuminazione, strada dissestata: con queste caratteristiche, via Coroglio entra di diritto ai primi posti nella macabra classifica delle strade della morte napoletane. La lunga arteria che collega Bagnoli con Posillipo è stata, anche di recente, teatro di incidenti gravissimi. La pericolosità di questa strada è già nota, tanto che il limite di velocità massimo è di 30 chilometri all’ora. Malgrado ciò, il miglio di asfalto deserto di notte e la sicurezza che nessuno possa arrivare da strade laterali sono ancora un irresistibile richiamo per chi non resiste alle accelerate.
Montagna Spaccata
Due carreggiate con uno spartitraffico al centro, poche intersezioni, scarso traffico di notte e pavimentazione stradale dissestata: è così che via Montagna Spaccata, a Pianura, diventa una delle strade più pericolose di Napoli. Gli incidenti sul tratto che unisce il quartiere napoletano con Pozzuoli e Quarto sono frequenti e non di rado si registrano delle vittime. Il più delle volte a causare i sinistri è l’alta velocità: sebbene via Montagna Spaccata si trovi a poca distanza dagli edifici, viene spesso utilizzata come se fosse una strada a scorrimento veloce.
L’Asse mediano
È stata battezzata “la strada della morte”. L’asse mediano ha un alto tasso di incidenti. Una strada costruita male e messa in sicurezza ancora peggio. Alcuni tratti sono pericolosi e bui, altri caratterizzati da avvallamenti che rendono pericolosa la guida. Di morti e tragedie se ne sono registrate tantissime, come dimostrano le molteplici corone di fiori e di foto disseminate lungo la strada.