Ieri mattina, intorno alle 4:30, in vico Lorenzo Giustiniani a Napoli, una donna è morta lanciandosi dal balcone dopo che il suo appartamento era stato avvolto dalle fiamme. Una tragedia vera e propria, nel borgo di Sant’Antonio, nella casa detta “degli ucraini”, per la presenza di molte persone dell’Est. Oggi Il Mattino racconta chi era la donna che ha perso la vita ieri mattina all’alba.
Marina, si chiamava così, aveva 57 anni ed era un ex soldato. Era arrivata a Napoli per curarsi da una fastidiosa artrosi, spinta da un’amica che le aveva consigliato proprio la città partenopea. Gran parte della sua vita l’aveva dedciata alla divisa, combattendo in quattro guerre: prima nell’Armata Rossa dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e poi nell’esercito dell’Ucraina dopo la separazione degli stati indipendenti, fino a conquistare i gradi di capitano.
Ina, la sua amica e anche convivente, ne ha parlato in lacrime poco dopo la tragedia: “È colpa mia se è morta, perché l’ho convinta a curarsi qui. Ho sbagliato, se non l’avessi fatto lei sarebbe ancora viva. Ho sempre lavorato nei campi e l’ho fatto per dieci anni nelle campagne di Mondragone. Nel mio Paese ho lasciato quattro figli e li affidai a Marina. Si è presa cura lei di loro in mia assenza con la cura, la passione e l’amore di una mamma”.
Anche Ina era in casa al momento dell’incendio, ma lei è riuscita a salvarsi scappando tra le fiamme con un asciugamano bagnato. Marina, invece, ha cercato rifugio fuori al balcone, ma lì ha trovato la morte, lanciandosi nel vuoto.
Ricordiamo inoltre che l’intervento dei Vigili del Fuoco è stato rallentato dalle auto parcheggiate in sosta selvaggia nel vicolo, che hanno impedito il passaggio repentino dei soccorsi. Non una novità, purtroppo, a Napoli, un’infrazione che a volte può rivelarsi un co-fattore decisivo e fatale.