Ieri pomeriggio, al cinema Modernissimo di Napoli, Roberto Saviano ha presentato il suo nuovo libro, “Bacio Feroce”, edito da Feltrinelli, sequel di “La Paranza dei Bambini”. Camorra e baby boss ancora protagonisti del lavoro dello scrittore, da sempre al centro di un rapporto ambivalente con la città partenopea. Il Fatto Quotidiano lo ha intervistato proprio in occasione del suo ritorno a Napoli.
Queste le tematiche più interessanti affrontate nell’intervista:
Sul rapporto con Napoli: “A Napoli torno appena posso. Cerco ogni occasione per coinvolgere talenti napoletani nei progetti che ho, perché resto convinto che sia una realtà complessa che rende chi la vive poroso, ricettivo, creativo e particolarmente aperto e incline all’empatia. Con Napoli ho un rapporto di affetto, anzi uso una parola che spendo con prudenza: di amore profondo perché Napoli è terra di universali e più mi allontano più la sento vicina. Se cercherei qui una casa? È un sogno. Forse una speranza. Prima o poi voglio tornare ad abitarci”.
Sulle Vele di Scampia: “Le vele sono un sogno urbanistico collassato nella sua forma peggiore. Io ne recupererei una parte e ci trasferirei gli uffici del comune e renderei quelli luoghi d’arte perché Scampia diventi il centro della città. La sua testa. Abbattere è furbizia, come dire: butto giù per risolvere il problema. Comunicativamente funziona, ma se si abbatte per creare un vuoto allora resta solo propaganda”.
Su De Magistris e De Luca, solitamente in contrasto ma concordi su di lui: “Alla fine li ho messi d’accordo e in questa fase di crisi la sinergia è essenziale. Poi dicono che non faccio niente per Napoli…A cena con uno dei due? La sera mangio poco, quindi passo”.