Continua ad avanzare il progetto pilota Smart@Pompei, che renderà il Parco Archeologico di Pompei il primo Smart Archaeological Park in Italia e nel mondo, con obiettivi di innovazione tecnologica e culturale, che possa controllare e gestire la sicurezza delle persone e dei monumenti in condizioni normali e di emergenza. Il 19 ottobre, in un workshop dal nome “Pompei Resiliente AD 2030, Insight Session“, saranno condivisi lo stato attuale dell’iniziativa e le azioni necessarie alla sua realizzazione.
Il progetto, dicevamo, riguarda soprattutto la sicurezza: videosorveglianza, controllo accessi, antintrusione, monitoraggio sismico, idrogeologico, qualità dell’aria, droni, tutto integrato, controllato e gestito da una Piattaforma intelligente operativa che monitora continuamente tutta la sensoristica distribuita nel Parco Archeologico generando allarmi in caso di sforamento delle soglie limite, in caso di comportamenti anomali e in caso di emergenza.
L’accordo ha durato settennale, ed è stato stipulato a maggio del 2015 tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), per individuare programmi di innovazione; un anno dopo, invece, una convezione operativa è stata firmata dal Segretario Generale del MiBACT e dal Presidente del CNR, per la realizzazione di una soluzione tecnologica integrata finalizzata al miglioramento della sicurezza del Patrimonio Culturale Nazionale.
Grazie a Civitates, inoltre, un progetto di innovazione sociale, è previsto un programma di sei mesi in cui i cittadini saranno alimentati a cooperare per il bene comune, per stimolare anche nuove forme d’imprenditoria locale. In particolare, saranno coinvolti un gruppo di giovani residenti a Pompei, dai 18 ai 35 anni, che in un semestre vivranno un’esperienza formativa per acquisire competenze professionali atte a gestire spazi e strutture di produzione artistica, culturale e creativa.