Protestano gli abitanti di via Montagna Spaccata, all’altezza di Contrada Pisani, civico 540, che da giorni vedono due fumarole “sputare” gas, proprio a due passi da casa. Fumo grigiastro, esalazioni acri e puzzolenti, l’aria qui è irrespirabile, tanto che molti non hanno mandato neppure i propri figli a scuola.
Come riporta Il Mattino, siamo nella zona dell’ex discarica detta “Zampaglione”, una vasta area di terreni di proprietà, appunto, di una parte della famiglia Zampaglione ma che, con decreti prefettizi del 1968 e del 1976 prima e con decreto del sindaco di Napoli del 1983 poi, furono occupati dal comune per “l’ampliamento della stazione di sversamento rifiuti di Pianura”.
Da ieri i residenti sono scesi in strada per protestare contro una situazione che si ripete ciclicamente: “Non possiamo più vivere con la certezza che ogni sei mesi, l’autocombustione, che avviene nel sottosuolo stracolmo di rifiuti, inneschi la diffusione di questi gas maleodoranti e dannosi per chiunque li respiri. Sono siti che vanno bonificati, coperti, messi in sicurezza. Operazioni che tutti gli amministratori di questa città, di qualsiasi colore politico, nel corso degli anni, hanno promesso, ma mai fatto realizzare”.
Nel 2016 sono state effettuate delle indagini sullo stato dei terreni ma dei risultati neanche l’ombra: “Siamo ancora in attesa di conoscere i risultati delle indagini effettuate nel 2016 e previste dalla convenzione tra il ministero dell’Ambiente e il comune di Napoli. Si doveva capire se nelle zone in cui erano stati segnalati elementi di criticità con presenza di metalli pesanti e di liquidi, ci fossero, ad esempio, bidoni interrati, ma anche di appurare se c’era ancora percolato. Non so se i risultati sono mai stati prodotti, una cosa è certa: noi non siamo mai stati informati di nulla”.
Oggi, dopo le pressioni del consigliere della IX municipalità, dovrebbero arrivare sul posto pale meccaniche e automezzi, per chiudere, almeno momentaneamente, le spaccate fumanti della discarica.