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Terra dei fuochi: esiste ancora e la gente continua ad ammalarsi

“Da un po’ di anni a questa parte nelle zone della “Terra dei Fuochi” non si chiede più di cosa si muore, la gente lo sa già, lo sappiamo già.”

Sono i primi anni 2000. L’ARPA (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) della Campania rilascia un lapidario bollettino di guerra dove delinea un’area di 3 milioni di metri quadrati non distante da Napoli largamente compromessa per lo smaltimento illecito di rifiuti tossici. Scoppia il caso mediatico della Terra dei Fuochi, se ne parla in trasmissioni, libri, giornali. In varie aree della Campania si iniziano a rinvenire discariche abusive, molte delle quali associabili alle operazioni criminali della Camorra, in particolare il Clan dei Casalesi, in larga parte responsabile di quello che è risultato essere un vero e proprio biocidio, messo in atto dagli stessi abitanti di quella terra, a fine di lucro.

Ad oggi la situazione è irrisolta, i roghi tossici continuano e migliaia di famiglie sono ancora costrette a respirare, mangiare ed essere a contatto con i risultati di questo disastro ambientale.

La terra dei fuochi esiste ancora. Mai smettere di puntare i riflettori sulla Terra dei Fuochi, deve essere un imperativo. Se la luce dei media si spegne, si spegne anche la speranza di centinaia di migliaia di famiglie della Campania, che combattono quotidianamente contro l’insorgenza di malattie gravissime (quali cancro e leucemia) spesso causate dal contatto con zone ad alto rischio di contaminazione, sparse principalmente nella zona compresa tra Napoli e Caserta identificabile nei confini dell’area anticamente conosciuta come “Terra di Lavoro”, ma che si estende in molte altre zone della regione.

In queste terre, ormai da anni, si consuma la lotta inascoltata di migliaia di cittadini, lasciati morire dalle inadempienze di governo e amministrazione locale, che sono risultati sordi, anche dinanzi alle suppliche di coloro che piangevano i propri cari, adulti e bambini, minacciati dallo stesso male invisibile.

I responsabili di questo genocidio ecologico (perché non bisogna minimizzare la portata dell’evento) sono affaristi, camorristi, politici collusi e proprietari di aziende, che si sono macchiati di un crimine gravissimo, peccando di ignoranza nel cercare di “uccidere la propria madre”, la Terra.

Domenica 19 novembre su Rai 3 è andata in Onda una puntata di “I 10 comandamenti”, dove si è mostrato un incisivo reportage sulla situazione in cui (tutt’ora) versano quelle aree. E’ responsabilità di ognuno di noi informarsi, quando possibile parlarne, e per chi dovesse esserne in grado, agire.