Un impiegato della dogana del porto di Napoli aiuterebbe i clan della camorra a far arrivare i carichi di droga nei container senza passare per i controlli. La rivelazione arriva dal pentito Mario Lo Russo, ex boss dei Capitoni di Miano, clan smantellato nei giorni scorsi da un blitz che ha portato all’arresto di 40 persone.
In uno dei verbali dell’agosto 2016, riporta Cronache della Campania, Lo Russo parlò di un episodio avvenuto alcuni anni fa, un carico importante di droga, di circa 3-400 chili, che arrivò al Porto di Napoli in un container sul quale un altro clan partenopeo, i Licciardi, avanzava delle pretese. “Chiamai quindi mio genero Ettore – spiega Lo Russo – persona che come ho già detto traffica in droga e che mi risulta avere contatti con una persona che lo aiuta al Porto, nel senso che lo favorisce per i traffici di droga. Mio genero Ettore si informò tramite questa persona ed ebbe conferma che il carico in questione, contenuto in un container che era arrivato al Porto di Napoli, era di Damiano e Salvatore e non dei Licciardi”.
A questo punto, l’ex boss dei Capitoni cerca di descrivere questo impiegato della dogana del porto: “’L’ho incontrato in una sola occasione. Parlammo proprio di questa questione e ricordo che lui chiarì che si trattava di un carico di Salvatore e Damiano. Descrivo quest’uomo come una persona di circa 56-57 anni, più o meno mio coetaneo, brizzolato in parte stempiato, magro. Non so che incarico ricopra all’interno del Porto ma non credo sia un appartenente alle forze dell’ordine, credo sia un impiegato, comunque aveva la possibilità di vedere “gli incartamenti” le bolle di accompagnamento”.